Latitante

la-ti-tàn-te

Significato Che sta nascosto; in particolare, che sfugge all’arresto da parte delle forze dell’ordine

Etimologia dal latino: latitans participio presente di latitare, frequentativo di latere celarsi, stare nascosto.

Come frequentativo di [latere], il latitante ci dà l’idea di uno stare nascosto ripetuto, continuato. Non è come il latente, che giace indefinitamente nell’ombra: il latitante ha un connotato di attività, al modo dello scorpione del deserto che si mostra un attimo per poi rinascondersi di sasso in sasso. E tali sono i latitanti di cui sentiamo parlare nella cronaca.

Il latitante non è qualcuno che si nasconde definitivamente - sparito una volta per tutte. È qualcuno di inafferrabile, che emerge ora qui ora lì, di cui si ha qualche notizia - e che nel mentre prosegue le sue attività. Certo, vengono etichettati come latitanti anche i mafiosi tumulati in bunker sotterranei e criminali rifugiati in paradisi tropicali da cui non saranno mai estradati. Ma in questa parola, nel suo suono, è la ripetizione ad emergere - l’interruzione e la ripresa, il balenare alla luce del sole e il celarsi di nuovo.

Così, fuori dal naturale uso relativo ai criminali che sfuggono alla legge, se si parla di un padre latitante, di uno Stato latitante, si parla sempre di soggetti che hanno delle responsabilità, e che da quella responsabilità sfuggono, celandosi e riapparendo di quando in quando.

Parola pubblicata il 25 Maggio 2013