Le parole di Topolino (15 luglio — 5 agosto 2020)

La rivista ‘Topolino’ è famosa anche per la sua cura lessicale. Ci siamo appuntati le parole memorabili di quattro numeri di Topolino pubblicati fra luglio e agosto 2020.

Topolino è una pubblicazione che si distingue per un uso ricco della lingua, capace di attingere a una grande quantità di registri diversi, dalle ricercatezze più desuete alle familiarità più espressive. Il che lo rende particolarmente importante, anche visto il pubblico a cui primamente si rivolge.

Abbiamo voluto osservare insieme le uscite di Topolino per un mese, quattro numeri — un habitat della lingua italiana dei più rilevanti, scegliendo alcune parole ed espressioni rilevanti: la scelta delle parole da riportarvi è di Francesca Aiosa, laureanda dell'Università di Bologna che svolge presso di noi un tirocinio curricolare.

[L'immagine soprastante è dalla copertina di Topolino 3373, copyright Disney.]


Numero 3373 (15 luglio 2020)

  • “Non ti pago (poco) per cianciare!” – Stranamente non è Paperino il pigrone interpellato, ma si tratta proprio di Topolino alle prese con un nuovo lavoro. La particolarità di questa espressione è la capacità di trasmettere in un modo estremamente simpatico un 'non fare niente', colorito di vaneggiamento: non un poltrire passivo, ma più un perdere tempo attivamente.
  • “Ai tempi dei lavori forzati, il tono muscolare era migliorato! Nonostante quel rancio poco gustoso!” – Il “rancio” è comunemente noto come il pasto riservato ai soldati, ma in questo caso a parlare è Gambadilegno, massimo esperto di carceri, il quale tende a precisare quanto nel mondo di Topolinia le cibarie servite dentro le sbarre possano essere poco appetibili.
  • “Grazie alle mie arti arcane, svuoterò il contenuto di questo frigo!” – In questo caso (che è collegato con l’espressione successiva), mi sarei aspettata 'arti magiche', tuttavia a parlare è Paperoga, noto per il suo essere strampalato: ci trasmette l'oscurità del mondo magico, e sfrutta il mistero sostenuto dell'aggettivo 'arcano'.
  • “Ssst! Non confondermi mentre magheggio!” – Vale a dire mentre provo a fare delle magie, questo vorrebbe dire Paperoga. Gli autori giocano però sull'ambivalenza di 'magheggio', che secondo registrazioni recenti, come sostantivo, è anche l'espediente, la manovra esperta e illusoria.

Numero 3374 (22 luglio 2020)

  • “Il miglior catorcio in circolazione non può passare inosservato!” – Si tratta di un termine particolarmente espressivo, e che si fa notare, usato per indicare chi o ciò che è malridotto, con una chiara sfumatura meccanica. In questo caso spicca per ironia la correlazione con l’aggettivo 'migliore'.

Numero 3375 (29 luglio 2020)

  • “Glab! Il principale barrisce! Sarà meglio rimandare a più tardi la soluzione del mistero!” – Chi sarà mai il 'principale' se non Paperone? Tuttavia come potrà mai un papero barrire?! È il poderoso verso dell'elefante, e racconta anche squilli di tromba e gridi di battaglia — che si attagliano bene alla verve del... principale.

Numero 3376 (5 agosto 2020)

  • “Oh, Nonna! Se posso permettermi… sei davvero in grande spolvero!” – Nonna Papera ha riesumato un vecchio vestito, e Gastone prova a farle un complimento. Si dà (e le dà) un certo tono usando un'espressione ricercata nata nell'ambito del giornalismo sportivo: il 'grande spolvero' ci parla di una situazione in cui si dà il meglio di sé (probabilmente in riferimento a una pulizia straordinaria rispetto a momenti meno brillanti). 

Topolino resta un punto di riferimento di prim'ordine per quanto riguarda l'uso ricco e variegato della nostra lingua. Chi continua a usarlo come termine di paragone per una lettura da nulla, che considerazione ne ha?