Etimologia dal latino infitiari ‘negare, sconfessare’ (passato attraverso il latino medievale inficiari), composto da un in- negativo e fateri ‘riconoscere, ammettere’.
Alcune parole che appartengono a un registro elevato possono generare qualche incertezza sul loro significato e sul loro uso. Niente di meglio, nel caso, che osservarne l’etimologia.
Inficiare significa mettere in dubbio la validità di qualcosa, infirmarla - o perfino toglierla. La derivazione latina ci presenta un inficiari che ha il significato di ‘sconfessare’, piano negativo di fateri, cioè ‘riconoscere, ammettere’. Quindi, quando si inficia qualcosa se ne si disconosce la verità, non se ne ammette la validità - e lo si lascia esposto, lo si infragilisce, lo si demolisce.
Così la perizia calligrafica inficia l’autenticità del manoscritto, la critica giusta ma marginale non inficia la tesi, l’occulta parzialità inficia l’equità del giudizio. Va notato che quella dell’inficiare non è un’azione che cala dall’alto invalidando qualcosa: fa parte del processo dialettico, in cui alla professionepositiva fa da contraltare la negativa sconfessione. E così capiamo l’importanza di padroneggiare l’inficiare, come termine e come azione.
Alcune parole che appartengono a un registro elevato possono generare qualche incertezza sul loro significato e sul loro uso. Niente di meglio, nel caso, che osservarne l’etimologia.
Inficiare significa mettere in dubbio la validità di qualcosa, infirmarla - o perfino toglierla. La derivazione latina ci presenta un inficiari che ha il significato di ‘sconfessare’, piano negativo di fateri, cioè ‘riconoscere, ammettere’. Quindi, quando si inficia qualcosa se ne si disconosce la verità, non se ne ammette la validità - e lo si lascia esposto, lo si infragilisce, lo si demolisce.
Così la perizia calligrafica inficia l’autenticità del manoscritto, la critica giusta ma marginale non inficia la tesi, l’occulta parzialità inficia l’equità del giudizio. Va notato che quella dell’inficiare non è un’azione che cala dall’alto invalidando qualcosa: fa parte del processo dialettico, in cui alla professione positiva fa da contraltare la negativa sconfessione. E così capiamo l’importanza di padroneggiare l’inficiare, come termine e come azione.