Abbandono

ab-ban-dó-no

Significato Atto del lasciare per sempre; affidamento totale

Etimologia dal francese: abandonner, dall’espressione être à bandon essere in potere, da ban potere, giurisdizione.

È una parola difficile. Nasce forse nell’immagine del lasciare alla mercé degli arbitrii del signorotto feudale. Immagine terribile, di cui possiamo solo intuire il peso, disegnata con l’angoscia dell’esser lasciati soli davanti alla crudeltà di un potere piccolo ed assoluto.

Il lasciar soli è la cifra di questa accezione dell’abbandono: l’abominio che abbandona un cane, lo lascia solo nell’impietosa balìa di un mondo su cui lui, povero animale, non ha potere, un mondo che lo schiaccerà sotto ruote d’auto o negli ingranaggi dolorosi della sete, imponendogli una morte straziante senza speranza né consolazione; chi è costretto ad abbandonare la propria terra è costretto a rinunciare a difenderla, a curarla, è costretto a sganciare le rispettive sorti, che erano nate unite, a lasciar soli i fiumi e le vie che erano casa; chi abbandona un ideale, un sogno, un amico, nega il proprio aiuto, la propria energia, il proprio slancio. Lascia la squadra. Rompe il patto.

L’abbandono, davanti a un potere spietato, è il rinunciare a proteggere qualcuno o qualcosa di alto e di prezioso - qualcosa che si protegge facendogli scudo col proprio corpo.

Ma è vero che non è sempre maligno il potere di cui sempre parla l’abbandono: può essere neutro, come quando ci si abbandona sul divano, accondiscendenti con la forza di gravità; può essere positivo, come quando si parla con abbandono della persona amata, o di ciò che ci fa battere forte il cuore, invasati e preda della propria stessa luminosa passione.

Parola pubblicata il 02 Gennaio 2013