Battaglia
bat-ta-glia
Significato Combattimento fra gruppi armati; in musica, composizione descrittiva di una battaglia o ispirata a una tenzone
Etimologia dall’antico occitano batalha, dal latino volgare battalia, alterazione del latino tardo battualia ‘esercitazioni di gladiatori e soldati’, ‘scherma’, derivato da battùere ‘battere, colpire, schermare’.
Parola pubblicata il 18 Agosto 2024
Le parole della musica - con Antonella Nigro
La vena musicale percorre con forza l'italiano, in un modo non sempre semplice da capire: parole del lessico musicale che pensiamo quotidianamente, o che mostrano una speciale poesia. Una domenica su due, vediamo che cos'è la musica per la lingua nazionale
In italiano il termine battaglia indica un episodio della guerra, uno scontro armato tra eserciti contrapposti, che si battono. Perciò, pur mantenendo la sua carica bellicosa, battaglia si adopera anche, metaforicamente, in contesti pacifici. A volte possono essere perfino solitari, pensando per esempio alla battaglia interiore tra ragione e sentimento. Con altri usi figurati si parla di ‘battaglia campale’ alludendo per esempio a un difficile incontro di lavoro con il proprio superiore, e di ‘cavallo di battaglia’ per definire qualcosa in cui qualcuno eccelle, soprattutto in campo artistico. E che dire della battaglia navale nella duplice accezione di conflitto armato e di gioco di società?
Si potrebbe continuare a lungo, ma vediamo cosa succede nell’arte dei suoni. Una marcia militare può essere inclusa a buon diritto nelle musiche da battaglia; tuttavia, almeno sino all’Ottocento, i compositori hanno prodotto un gran numero di battaglie, tanto che queste composizioni hanno finito per costituire una categoria a sé.
Buona parte delle battaglie, vocali e strumentali, risale al Cinquecento. Gli stessi compositori utilizzarono la parola nel titolo delle loro opere: battaglia o combattimento in italiano, guerre o bataille in francese, Schlacht in tedesco, batalla in spagnolo (nomen omen, Francisco Guerrero, non poté sottrarsi dal comporre una messa parodia de la batalla su temi di Janequin) e battell in inglese.
La più famosa battaglia musicale del Rinascimento fu La guerre, una chanson a quattro voci di Clemént Janequin, geniale ma sfortunato compositore che patì tutta la vita serie difficoltà economiche. La guerre fu composta per commemorare la vittoria di Francesco I sui mercenari svizzeri del duca Ercole Sforza, avvenuta nel 1515. Deposte le armi, La guerre ebbe numerose ristampe e ancora oggi viene riproposta in varie versioni, come questa per quartetto di ance. Nel 1545 ne fu pubblicata una con una quinta voce si placet composta dal famoso Philippe Verdelot e finalmente, dieci anni dopo, anche Janequin ricompose il proprio pezzo a cinque voci.
La battaglia di Janequin sfoggia onomatopee e variazioni ritmiche di sicuro effetto, con una relativa staticità armonica. Squilla la tromba, fan (chi ricorda la fanfara?), rullano i tamburi, frerelelelanfan, le spade fendono l’aria, chipe, chope, crepitano gli archibugi, tricque trac, canti e suoni si succedono sino al grido finale: è la «victoire» del nobile re di Francia, Françoyse, alias Francesco I.
Il successo de La guerre scatenò la fantasia dei musicisti, inducendoli a gareggiare in una sfida di battaglie. Matthias Hermann Werrecore compose La bataglia taliana, in tedesco Die Schlacht vor Pavia, probabilmente la battaglia del 1525 dove proprio l’ex vincitore Francesco I finì prigioniero. La composizione di Werrecore è a quattro voci, è nello stesso ‘tono’ di quella di Janequin e abbonda di onomatopee. Fan e frerelelelanfan sono riportate di sana pianta; le gesta però si concludono con un sonoro «vittoria… viva’l duca con tutta la Italia».
Ormai il genere musicale era consolidato. Si susseguirono battaglie musicali di ogni sorta, sia ispirate a Janequin, come La Canzona della battaglia di Andrea Gabrieli, sia di nuova ispirazione, come il Combattimento di Tancredi e Clorinda di Monteverdi, e così in tutta Europa.
La battaglia si prestava a effetti suggestivi e alle più disparate rappresentazioni allegoriche. Poteva commemorare eventi politici e, solo per citare qualche nome famoso, perfino Beethoven compose una Wellingtons Sieg, oder Die Schlacht bei Vittoria per la vittoria di Wellington del 1813. Anche in questo caso l’orchestra produce suoni che imitano quelli delle armi, con tanto di scoppio di cannone.
Questa è musica per le nostre orecchie… in un campo così minato la musica brilla, ma solo per diffondere armonia. E queste sono le uniche battaglie che vorremmo che esistessero nella storia dell’umanità.