SignificatoSalire, arrampicarsi faticosamente su una forte pendenza
Etimologia derivato di erpice, che è dal latino hirpex (a sua volta da hirpus, nome sannita del lupo), preceduto da un in- illativo.
«Ah, figurati, sapevo ovviamente che cosa significa ‘inerpicarsi’, ma non sapevo che c’entrassero gli erpici. Aspetta, che sono gli erpici?»
Per capire questa parola, faticosa al sol pensiero, dobbiamo ripartire dal lavoro nei campi. Ora, il campo arato è tutto squassato, le zolle voluminose sporgono disordinatamente, anche solo camminarci è un’impresa, e a ben vedere non ha proprio quell’aspetto liscio e armonioso che i turisti ammirano dal treno. Questo perché manca un passaggio: l’erpicatura. In questa lavorazione le zolle rabbuffate dal versoio vengono pettinate, ossia sbriciolate e spianate dall’erpice, attrezzo che oggi può prendere forme delle più disparate, ma che nella sua forma originale si presenta davvero come un grosso pettine che, trascinato sul terreno, lo ordina. A mo’ di artiglio di gatto (recalcitrante) dei cartoni animati, tirato sul pavimento. Ebbene, il nome latino di questo erpice coglie una suggestione sannita, un riferimento al lupo: l’erpice viene descritto come fosse una chiostra di zanne.
Ma dicevamo di ‘inerpicarsi’. La forza con cui le zanne dell’erpice fanno presa sul terreno ha suggerito un’analogia con quando, per la pendenza e l’impervietà, per procedere si deve fare forza con le mani (lo piè sanza la man non si spedia), quasi fossero ramponi dentati. È così che l’inerpicarsi, un aggrapparsi come fanno i denti dell’erpice, diventa un arrampicarsi faticosamente, figurato o meno. Ci inerpichiamo sul viottolo roccioso che arriva alla fonte, ci inerpichiamo per la stretta scala a chiocciola che porta alla magnifica terrazza, la strada sterrata si inerpica sul fianco della montagna, e citiamo en passant una questione aperta senza però inerpicarci a trattarla.
Questa parola ci suona comune ma colorita ed efficace, evocativa: le consonanti, una dopo l’altra, ne interrompono continuamente il flusso, il passo. Insomma, sarebbe splendida anche solo così, anche se non ci portasse al salire duro partendo dal lupo, con un mondo di immagini nel mezzo.
«Ah, figurati, sapevo ovviamente che cosa significa ‘inerpicarsi’, ma non sapevo che c’entrassero gli erpici. Aspetta, che sono gli erpici?»
Per capire questa parola, faticosa al sol pensiero, dobbiamo ripartire dal lavoro nei campi. Ora, il campo arato è tutto squassato, le zolle voluminose sporgono disordinatamente, anche solo camminarci è un’impresa, e a ben vedere non ha proprio quell’aspetto liscio e armonioso che i turisti ammirano dal treno. Questo perché manca un passaggio: l’erpicatura. In questa lavorazione le zolle rabbuffate dal versoio vengono pettinate, ossia sbriciolate e spianate dall’erpice, attrezzo che oggi può prendere forme delle più disparate, ma che nella sua forma originale si presenta davvero come un grosso pettine che, trascinato sul terreno, lo ordina. A mo’ di artiglio di gatto (recalcitrante) dei cartoni animati, tirato sul pavimento. Ebbene, il nome latino di questo erpice coglie una suggestione sannita, un riferimento al lupo: l’erpice viene descritto come fosse una chiostra di zanne.
Ma dicevamo di ‘inerpicarsi’. La forza con cui le zanne dell’erpice fanno presa sul terreno ha suggerito un’analogia con quando, per la pendenza e l’impervietà, per procedere si deve fare forza con le mani (lo piè sanza la man non si spedia), quasi fossero ramponi dentati. È così che l’inerpicarsi, un aggrapparsi come fanno i denti dell’erpice, diventa un arrampicarsi faticosamente, figurato o meno. Ci inerpichiamo sul viottolo roccioso che arriva alla fonte, ci inerpichiamo per la stretta scala a chiocciola che porta alla magnifica terrazza, la strada sterrata si inerpica sul fianco della montagna, e citiamo en passant una questione aperta senza però inerpicarci a trattarla.
Questa parola ci suona comune ma colorita ed efficace, evocativa: le consonanti, una dopo l’altra, ne interrompono continuamente il flusso, il passo. Insomma, sarebbe splendida anche solo così, anche se non ci portasse al salire duro partendo dal lupo, con un mondo di immagini nel mezzo.