Insomma

in-sóm-ma

Significato In conclusione, in definitiva, in breve; mediocremente; tuttavia, con valore concessivo; interiezione che esprime impazienza, irritazione

Etimologia dalla locuzione in somma.

Ci sono alcune trovate geniali vecchie come il cucco di cui non possiamo assolutamente fare a meno — e la cosa divertente è che la maggior parte delle volte non ne siamo consapevoli. Il termine ‘insomma’, come anche la locuzione ‘in somma’ da cui deriva, ci apre proprio una dimensione del genere, semplice, di uso fortissimo, e di trasposizione poetica di prim’ordine.

L’insomma ha diverse declinazioni, ma guardiamolo nella sua accezione più generale: quando lo troviamo ci comunica un ‘in breve’, ‘in conclusione’. Riassume, definisce, tronca, rimette a fuoco. L’amico fa una discettazione critica sulla pizza che insomma, non gli è piaciuta; si raccontano le traversie di una successione e tagliamo dicendo che insomma alla fine è toccato tutto al nipote; chiudo l’intervento nella riunione di condominio dicendo che insomma non mi pare il caso di spendere questi soldi in anticipo, aspettiamo che le cose si rompano; e ho capito la tua situazione, ma insomma, vieni con noi o no?

Fa tutto questo con un mezzo particolare, largamente popolare ma appena ricercato: la metafora di una somma. Le argomentazioni si affastellano, i dati, la svolte di una storia si susseguono, le informazioni si allineano — e alla fine? In somma? L’insomma tira la riga orizzontale sotto la colonna di tutte le realtà e i discorsi che chiedono di aggiungersi al ragionamento, e produce un risultato sintetico. E questo vale anche per l’insomma che dà un risultato scarso («Ti è piaciuto il risotto?» «Insomma.»), come per quello che dà un risultato insperato («Il film faceva schifo?» «Insomma! C’erano delle buone idee»), che prende spazio con una concessione come un nondimeno o un tuttavia («Non è una persona perfetta ma insomma»). E anche quando è interiezione cerca di tirare la riga sotto motivi di impazienza e irritazione («Ma insomma!»).

Anche qui siamo testimoni di un pensiero maturato e masticato per un periodo molto lungo, che emerge nella nostra lingua alle sue prime battute (‘insomma’ e ‘in somma’ li usa spesso Dante, non solo nella Commedia). Figli della summa latina, ‘il punto più alto’, comunicano il senso di aggiunte che si risolvono in una vetta o in un risultato totale. È un tipo di pensiero che ci è talmente familiare che è molto difficile non darlo per scontato. Ma con una riflessione in più possiamo intendere quanto l’idea di interpretare le masse delle discussioni e delle argomentazioni e delle narrazioni come monte cui dare una misura finale, come colonna sotto cui compendiare una sintesi, sia di una primitiva genialità.

Parola pubblicata il 31 Ottobre 2019