SignificatoChe eccede le leggi naturali; in medicina, che differisce dal funzionamento fisiologico
Etimologia voce dotta recuperata dalla locuzione latina praeter natura ‘oltre la natura’.
Questa parola è poco battuta, ma è una risorsa utile e precisa: si può immaginare che il suo significato sia analogo a quello dell’innaturale, per certi versi anche a quello del soprannaturale, ma quel prefisso ‘preter-’ ci presenta una geometria di significato diversa.
È un prefisso che troviamo in parole invariabilmente poco comuni, pensiamo alla preterizione e al pretermesso (che ci parlano di omissioni), o al preterintenzionale (termine giuridico dalla portata decisamente circoscritta): diciamo che essenzialmente significa ‘oltre’, significato versatile che può parlarci di un passare oltre trascurando, o di uno spingersi oltre trasgredendo un limite. Quest’ultimo è il nostro caso.
Ora, c’è modo e modo di trasgredire i limiti posti da una norma. Si può trasgredire infrangendola, violandola, ponendo in atto un comportamento ad essa contrario, ma si può affermare che certi superamenti di una regola non la tradiscono, spingendosi semplicemente nel territorio di ciò che essa non prevede. Il preternaturale non è pesantemente innaturale, contro natura (qualificazioni davvero difficili da percorrere senza implicazioni religiose: da un punto di vista strettamente scientifico l’innaturale esiste solo nel campo della fantasia); piuttosto, il preternaturale eccede le leggi di natura consuete e note, ne supera il perimetro. Così il concetto prende un’altra, utile raffinatezza.
Una protesi meccanica che sostituisce un arto perduto può conferire una forza preternaturale, certi comportamenti animali sembrano di un’intelligenza preternaturale, le prestazioni dello sportivo hanno un’aura preternaturale, l’amica prende al volo il bicchiere che sta cadendo dal tavolo con dei riflessi preternaturali. La trasgressione del solito limite di natura che ci attenderemmo, qui, è evidente ma non inverosimile. C’è una continuità lineare che non richiede trascendenze, e il preternaturale sgomenta di sgomento plausibile.
Questo carattere si vede bene nell’uso specifico che si fa di questo aggettivo in medicina: per fare un esempio piacevole, una gamba fratturata ha una dolorosa mobilità preternaturale (si muove anche dove dovrebbe essere rigida, ahia). Non è innaturale. Le fratture sono gioie comuni, e il fatto che guariscano chiarisce che sono incluse nelle regole del gioco. Ma c’è una terribile mobilità in più rispetto all’affidabile solidità della tibia, rispetto al funzionamento fisiologico.
Tralasciando la specificità patologica, questo è il preternaturale: l’attributo del più rispetto alla regola naturale.
Questa parola è poco battuta, ma è una risorsa utile e precisa: si può immaginare che il suo significato sia analogo a quello dell’innaturale, per certi versi anche a quello del soprannaturale, ma quel prefisso ‘preter-’ ci presenta una geometria di significato diversa.
È un prefisso che troviamo in parole invariabilmente poco comuni, pensiamo alla preterizione e al pretermesso (che ci parlano di omissioni), o al preterintenzionale (termine giuridico dalla portata decisamente circoscritta): diciamo che essenzialmente significa ‘oltre’, significato versatile che può parlarci di un passare oltre trascurando, o di uno spingersi oltre trasgredendo un limite. Quest’ultimo è il nostro caso.
Ora, c’è modo e modo di trasgredire i limiti posti da una norma. Si può trasgredire infrangendola, violandola, ponendo in atto un comportamento ad essa contrario, ma si può affermare che certi superamenti di una regola non la tradiscono, spingendosi semplicemente nel territorio di ciò che essa non prevede. Il preternaturale non è pesantemente innaturale, contro natura (qualificazioni davvero difficili da percorrere senza implicazioni religiose: da un punto di vista strettamente scientifico l’innaturale esiste solo nel campo della fantasia); piuttosto, il preternaturale eccede le leggi di natura consuete e note, ne supera il perimetro. Così il concetto prende un’altra, utile raffinatezza.
Una protesi meccanica che sostituisce un arto perduto può conferire una forza preternaturale, certi comportamenti animali sembrano di un’intelligenza preternaturale, le prestazioni dello sportivo hanno un’aura preternaturale, l’amica prende al volo il bicchiere che sta cadendo dal tavolo con dei riflessi preternaturali. La trasgressione del solito limite di natura che ci attenderemmo, qui, è evidente ma non inverosimile. C’è una continuità lineare che non richiede trascendenze, e il preternaturale sgomenta di sgomento plausibile.
Questo carattere si vede bene nell’uso specifico che si fa di questo aggettivo in medicina: per fare un esempio piacevole, una gamba fratturata ha una dolorosa mobilità preternaturale (si muove anche dove dovrebbe essere rigida, ahia). Non è innaturale. Le fratture sono gioie comuni, e il fatto che guariscano chiarisce che sono incluse nelle regole del gioco. Ma c’è una terribile mobilità in più rispetto all’affidabile solidità della tibia, rispetto al funzionamento fisiologico.
Tralasciando la specificità patologica, questo è il preternaturale: l’attributo del più rispetto alla regola naturale.