Retrogrado
re-trò-gra-do
Significato Che va a ritroso, che si muove in senso contrario a quello che viene considerato normale; retrivo, colui che vorrebbe tornare alle consuetudini del passato
Etimologia voce dotta recuperata dal latino retrogradus ‘che cammina all’indietro’, composto di retro ‘dietro’ e gradi ‘camminare’.
Parola pubblicata il 09 Febbraio 2024
Parole della scienza classica - con Aldo Cavini Benedetti
La lingua è costellata di termini che parlano della scienza antica e classica, e dei suoi protagonisti. Con Aldo Cavini Benedetti, un venerdì su due recupereremo la loro splendida complessità.
Retrogrado è colui che non accetta la modernità e il progresso, e vorrebbe tornare ai bei tempi antichi – senza considerare che, forse, tanto belli quei tempi non erano. Non siamo davanti a qualcuno che sta indietro, arroccato su posizioni retrive: il retrogrado, alla lettera, va indietro, e quindi la sua figura ha una determinazione di arretratezza davvero intensa. Possiamo apprezzare ancora meglio questa immagine considerando che, quando si parla di moto retrogrado, parliamo di un fenomeno ben preciso nell’astronomia, il quale, a dispetto del nome, ha spinto la scienza verso la modernità: vediamo come.
Immaginiamo di vivere nel passato remoto. Di notte è buio pesto, il fuoco è spento, non c’è luce e… non c’è la televisione. Cosa fare per passare il tempo? Basta affacciarsi alla finestra, dalla quale vedremo un teatro di corpi celesti di varie forme (Luna, Via Lattea) e luminosità (stelle): quanto basta per costruirci sopra storie e miti, inventare dèi e personaggi più o meno stravaganti.
Oltre agli astri citati, nel cielo notturno si aggirano anche alcuni oggetti strani, che si muovono abbastanza liberamente in mezzo alle stelle fisse: sono i pianeti, che prendono il nome dal greco planétes – errante, vagante. Questi saranno proprio i protagonisti della nostra telenovela, infatti ai cinque pianeti noti anticamente furono associati dèi di alto rango:
Mescoliamo questi dèi/pianeti con le costellazioni dello zodiaco che ne vengono attraversate, e avremo di che divertirci per l’eternità, senza neanche dover accendere il televisore!
Mettiamo ora da parte gli aspetti teologici (e, perché no, scandalistici) per dedicarci agli aspetti scientifici che riguardano questi pianeti; i quali sono stati, come accennavamo, causa di importantissimi progressi scientifici.
Tutto nasce con il fatto che i Pianeti non appaiono muoversi semplicemente in cerchio intorno a noi, ma vanno avanti e indietro, intercalando periodi di moto normale o diretto o progrado, nello stesso verso di quello del Sole rispetto allo sfondo delle stelle fisse, a periodi di moto retrogrado, in cui i pianeti paiono muoversi in direzione opposta, durante i quali mostrano anche improvvise variazioni di latitudine.
Il fenomeno può essere spiegato prendendo in esame la Terra e Marte: essi compiono percorsi più o meno circolari, concentrici e complanari, con la Terra sull’orbita più piccola, che viene percorsa in un tempo minore rispetto a quella di Marte. Quando la Terra e Marte si trovano in posizioni opposte rispetto al Sole, poiché i Pianeti girano nello stesso verso, visti dalla terra sia il Sole che Marte appaiono muoversi nello stesso verso. Ad un certo punto però la Terra raggiunge Marte, e lo supera dall’interno: in questo momento, per un semplice fatto di prospettiva, Marte sembra tornare indietro e muoversi in direzione opposta a quella del Sole.
La spiegazione proposta è relativamente semplice perché siamo partiti dal presupposto che il Sole sia immobile, al centro del Sistema Solare, ma la cosa era assai più complessa ai tempi in cui si pensava che fosse la Terra ad essere ferma. Di teorie che spiegassero i fenomeni osservati ce ne furono molte, a partire dal sistema pitagorico, e fino ad arrivare al sistema Tolemaico che prevedeva una complicata combinazione di moti circolari che, per quanto improbabile, riusciva a descrivere il tutto con una precisione davvero rimarchevole, accontentando astronomi e astrologi per più di mille anni.
Poi però arrivarono Tycho Brahe e Keplero, che cercarono di capire meglio i fenomeni che regolano i moti planetari. In particolare Tycho avrebbe desiderato rimanere nel solco del geocentrismo, ma Keplero, suo collaboratore, scardinò definitivamente il paradigma: al centro c’è il Sole, e le orbite non sono circolari ma ellittiche; e da queste scoperte Newton dedurrà niente meno che la legge di Gravitazione Universale, facendo compiere un importantissimo passo avanti alla scienza. Ma niente di tutto questo sarebbe accaduto se i pianeti, con il loro moto strampalato e difficile da comprendere, non avessero suscitato la curiosità degli astronomi: insomma se i pianeti non avessero esibito il loro moto retrogrado, alla scienza sarebbe mancato un notevole stimolo per progredire.