SignificatoElementare, che riguarda una fase iniziale di apprendimento; rozzo, approssimativo, abbozzato
Etimologia da rudimento, voce dotta recuperata dal latino rudimentum ‘primo ammaestramento’, derivato di rudis ‘rozzo’.
Siamo davanti a una parola (a una famigliola di parole) che dà l’impressione di essere molto adulta. Infatti il profilo del rudimentum è già nel primo latino imperiale quello che riconosciamo nel nostro ‘rudimento’ - che viene ripreso in italiano nel Seicento. Esso partecipa allo stesso gioco dell’erudito: anche se ci pare dotto, d’ingegno alto e pulito, letteralmente l’erudito sarebbe il dirozzato, chi si è tratto fuori da un essere rude, rozzo. Evoca lo stadio primitivo abbandonato. Ebbene, il rudimento coglie i primi passi della via dell’erudire, quelli di un primo ammaestramento, di un tentativo di avviamento. È da qui che scaturisce il rudimentale, che ci presenta una qualità versatile e di spessore.
Versatile perché ovviamente è ciò che riguarda quell’incoazione d’apprendimento, e quindi è l’elementare. Posso risolvere il problema matematico con una soluzione rudimentale ma non per questo meno solida, il manuale fornisce nozioni rudimentali in maniera chiara e dando una bibliografia d’approfondimento, e l’organizzazione rudimentale viene raffinata in fretta. Ma questo ‘rudimentale’ non è semplicemente elementare: sa essere anche ciò che è ancora elementare, in una prospettiva d’evoluzione. Tant’è che diventa una parola molto tagliente, che frappone distanze, quando voglia semplicemente significare il rozzo, l’abbozzato, l’approssimativo: marca una cesura fra chi sa e chi non sa. Se dico che il tuo è un tentativo rudimentale, se ti rimando indietro il progetto perché è rudimentale, se non mi degno nemmeno di rispondere alla tua rudimentale obiezione, alzo il sopracciglio davanti a una primitività indecorosa - che magari ha il beneficio d’essere ancora una primitività indecorosa, magari volta a raggiungere vette apollinee. Ma che per ora proprio no.
Siamo davanti a una parola (a una famigliola di parole) che dà l’impressione di essere molto adulta. Infatti il profilo del rudimentum è già nel primo latino imperiale quello che riconosciamo nel nostro ‘rudimento’ - che viene ripreso in italiano nel Seicento. Esso partecipa allo stesso gioco dell’erudito: anche se ci pare dotto, d’ingegno alto e pulito, letteralmente l’erudito sarebbe il dirozzato, chi si è tratto fuori da un essere rude, rozzo. Evoca lo stadio primitivo abbandonato. Ebbene, il rudimento coglie i primi passi della via dell’erudire, quelli di un primo ammaestramento, di un tentativo di avviamento. È da qui che scaturisce il rudimentale, che ci presenta una qualità versatile e di spessore.
Versatile perché ovviamente è ciò che riguarda quell’incoazione d’apprendimento, e quindi è l’elementare. Posso risolvere il problema matematico con una soluzione rudimentale ma non per questo meno solida, il manuale fornisce nozioni rudimentali in maniera chiara e dando una bibliografia d’approfondimento, e l’organizzazione rudimentale viene raffinata in fretta. Ma questo ‘rudimentale’ non è semplicemente elementare: sa essere anche ciò che è ancora elementare, in una prospettiva d’evoluzione. Tant’è che diventa una parola molto tagliente, che frappone distanze, quando voglia semplicemente significare il rozzo, l’abbozzato, l’approssimativo: marca una cesura fra chi sa e chi non sa. Se dico che il tuo è un tentativo rudimentale, se ti rimando indietro il progetto perché è rudimentale, se non mi degno nemmeno di rispondere alla tua rudimentale obiezione, alzo il sopracciglio davanti a una primitività indecorosa - che magari ha il beneficio d’essere ancora una primitività indecorosa, magari volta a raggiungere vette apollinee. Ma che per ora proprio no.