Tranquillante
tran-qui-làn-te
Significato Nome degli psicofarmaci ansiolitici; che tranquilla
Etimologia participio presente di tranquillare, uguale in latino, derivato di tranquillus ‘tranquillo’.
Parola pubblicata il 13 Giugno 2018
tran-qui-làn-te
Significato Nome degli psicofarmaci ansiolitici; che tranquilla
Etimologia participio presente di tranquillare, uguale in latino, derivato di tranquillus ‘tranquillo’.
Parola pubblicata il 13 Giugno 2018
Lasciamo un attimo da parte il dardo tranquillante sparato nelle terga della tigre - ci servirà dopo. Questa parola è preziosa perché ci permette di aprire uno scorcio poco considerato.
Tranquillante, anche se lo usiamo come aggettivo e perfino come sostantivo, ha una forma molto chiara: è un participio presente, il participio presente del verbo ‘tranquillare’ - che suona strano, no? Però il significato di ‘tranquillare’ è oltremodo piano. Sui dizionari si legge che vuol dire ‘rendere tranquillo, calmare, sedare’. Significati che (lo notiamo subito) siamo abituati piuttosto a ricondurre al verbo ‘tranquillizzare’. E proprio la giustapposizione di questi due verbi ci fa notare una cosa.
Il suffisso -izzare è figlio del latino -idiare, a sua volta dal greco -izein (quindi non che non abbia un certo pedigree); genera verbi da nomi e aggettivi, e nella nostra lingua è produttivo come pochi altri. Davvero. abbiamo una caterva di verbi che finiscono in ‘-izzare’, tanti dei quali neologismi: il fatto che inglese e francese abbiano suffissi omologhi (anche per loro prolifici) contribuisce al loro spopolare. In un mucchio del genere qualche sbavatura si nasconde.
C’è da domandarsi che cosa comunichi di più o di diverso l’inserzione di questo suffisso. Mettendola sul caso pratico, che differenza ci può essere fra ‘tranquillare’ e ‘tranquillizzare’. Azzardiamo? Azzardiamo. questo -izzare porta i Significati di ‘fare, rendere’. L’azione del ‘tranquillizzare’ ha un gusto mediato, un fare che ha come effetto la tranquillità. ‘Tranquillare’, a ben coglierne la sfumatura, non comunica un ‘rendere tranquillo’, ma proprio un ‘tranquillare’. Dritto, principale, niente mediazione. Fra “Io ti tranquillo” e “Io ti tranquillizzo” c’è di mezzo il mare, quello che passerebbe fra un “Io ti calmo” e “Io ti calmizzo”. Non ti riconduco a una condizione di tranquillità o calma, ma ti tranquillo o ti calmo, direttamente, immediatamente. Peraltro il tranquillizzato è precario, può subito agitarsi di nuovo, il tranquillato invece è in equilibrio, tranquillo davvero.
Dopotutto, chi si sentirebbe sereno a sparare nelle terga della tigre un dardo tranquillizzante invece di un tranquillante? E forse che i farmaci ansiolitici avrebbero un volto meno serio e parrebbero più blandi, se fossero chiamati ‘tranquillizzanti’ invece di ‘tranquillanti’?
Alla fine di questi discorsi ci resta in mano un ‘tranquillante’ che è davvero poderoso, determinante. Quando mi prenderei la testa fra le mani urlando, saluto e vado a fare una passeggiata tranquillante nel bosco; a fine giornata mi godo un paio di episodi tranquillanti della mia bella serie; una compagnia tranquillante assorbe semplicemente ogni agitazione, e risenti che profumo fanno i gelsomini.