Annichilire

an-ni-chi-lì-re (io an-ni-chi-lì-sco)

Significato Annullare; abbattere

Etimologia dal latino: composto di ad a e nihil nulla.

L’annichilire non ha niente della violenza della distruzione, né dell’infierire dell’umiliazione, né avviene con il gesto fulminante dell’abbattimento; in effetti non è però nemmeno pacifico come l’annullare, né etereo e sospeso come il nientificare.

È un’azione disumanamente neutrale, gigantesca, un evento che in volto non ha alcuna espressione - stretta di un pugno al cui interno qualcosa scompare dall’esistenza; è difficile individuare qualcosa che il minuscolo essere umano possa annichilire: un insetto, forse - ma non la zanzara uccisa con vendicativa soddisfazione, né la mosca spiaccicata per il profondo fastidio del suo irrequieto ronzare. Piuttosto la formica, bruciata con la lente di ingrandimento dal bambino in un torrido e indolente pomeriggio di luglio: non c’è sentimento, accade solo che qualcosa venga annichilito.

Ma non solo: dopo lunghi anni di lavoro su se stessi si può giungere, forse, ad annichilire delle tensioni e dei sentimenti negativi che ci impastoiavano; si possono annichilire sapientemente e col sorriso i germi del litigio; si potrà classicamente temere l’annichilamento della morte.

In fisica l’annichilamento è la totale conversione della massa di due antiparticelle subatomiche in energia: come a dire che in realtà l’annichilamento puro, il puro scomparire di qualcosa non esiste, ed è solo un modo di chiamare una faccia del tutto che si trasforma senza niente creare né distruggere - e quindi attenzione, perché parlar di annichilamento della morte può voler dire tanto di più di quel che pare.

Parola pubblicata il 18 Ottobre 2011