Sabotaggio

sa-bo-tàg-gio

Significato Danneggiamento intenzionale volto a ostacolare un’attività

Etimologia dal francese: sabotage, dal verbo saboter sabotare, ma che anticamente significava urtare, da sabot zoccoli, usati per rompere e bloccare i macchinari nelle proteste durante la rivoluzione industriale.

Gli zoccoli, calzature ricavate da legno massiccio, più proprie di un tempo che fu, portano alla mente vecchi scenari di grande povertà. Anche gli operai che vissero la rivoluzione industriale calzavano zoccoli; sappiamo che il confronto fra il lavoro autentico ma lento dell’uomo e quello rapidissimo ma alienante e spersonalizzato della macchina divenne subito un conflitto aperto - la via dei diritti del lavoratore.

Fra i licenziati per la nuova efficienza degli apparati meccanici e gli sfruttati e gli oppressi dai padroni, nacque il sabotaggio - l’atto istintivo e disperato di chi cerca uno strumento di difesa addosso a sé, levandosi una scarpa, una scarpa scomoda e rozza ma dura e forte con cui schiantare e bloccare quelle macchine - il cui impiego stava offendendo la dignità umana.

Oggi il sabotaggio si è emancipato dalla semplicità della sua origine, è diventato un atto sofisticato, callido, astuto nei suoi disincantati fini di ostacolo.

Il sabotaggio è tanto il minare le mura della città assediata quanto far saltare la catena di montaggio dell’industria, tanto tagliare i cavi elettrici della ferrovia quanto proporre mille emendamenti in parlamento: è un’azione di disordine, di ribellione - e come ogni ribellione può essere violenta o no, buona o no - nascosta nell’ombra (o nell’evidenza, come negli zoccoli) e che spacca all’improvviso.

Parola pubblicata il 01 Giugno 2012