Accorare
ac-co-rà-re (io ac-cò-ro)
Significato Addolorare, affliggere, contristare; trafiggere al cuore
Etimologia composto parasintetico di core, cioè cuore, forse modellato sul provenzale acorar.
Parola pubblicata il 28 Ottobre 2020
ac-co-rà-re (io ac-cò-ro)
Significato Addolorare, affliggere, contristare; trafiggere al cuore
Etimologia composto parasintetico di core, cioè cuore, forse modellato sul provenzale acorar.
Parola pubblicata il 28 Ottobre 2020
Com’è contenuto e composto, il dolore che troviamo provocato nell’accorare. Com’è interna e sincera la sua afflizione. Dopotutto l’immagine è delicatissima: sullo squisito, probabile modello dell’acorar provenzale, solo un breve prefisso ‘a-’ descrive tutto il movimento emotivo di una situazione che si accosta e stringe al cuore… o no?
Il fatto sorprendente, di una sorpresa che sbilancia, è che tanta compassata pena scaturisce da un’immagine terrificante: il primo significato di ‘accorare’ è quello di ‘uccidere trafiggendo il cuore’, in particolare riferito, in origine, all’uccisione macellaia dei maiali. La situazione è opposta all’accorare che conosciamo per la sua ordinata eleganza: violenta, ributtante, scomposta, cruenta.
La marca di questo uso antico è toscana; e proprio l’uso da parte della letteratura fin da Dante ha contribuito a diffondere questo verbo nella sua realtà figurata: da figura di dolore ultimo, estremo, come lo strillo del maiale che lancina l’orecchio, l’accorare è recuperato da poeti e letterati con intenzioni di forza realistica che si smussano e distanziano in metafora, si alleggeriscono nell’altezza del registro.
Insomma, l’accorare si scolla dall’origine sanguinaria, restando una parola letteraria di dolore che prende piuttosto dei precisi caratteri di mediazione artistica, per cui il verbo di un’intensità esplosiva diventa figura di un’intensità riposta, una sofferenza smodata diventa controllata — fino ai tratti di posa manierata che sa prendere oggi: pensiamo a quanto possa essere leggero un analogo ‘colpire al cuore’, efficace e pulito, perfino romantico, e a quanto invece sia pesante quando voglia farsi intendere alla lettera.
Così troppe volte i giornali riportano un accorato appello di un concittadino (sempre sempre accorati, gli appelli, che anzi statisticamente quasi esauriscono ciò che può essere accorato), cerco di farti capire quanto davvero mi accora il tuo bisogno, e mi accora una perdita improvvisa. Il sentimento è autentico e intenso, e nondimeno sobrio, intimamente partecipe di una situazione, vicino al contristare: esito di una distillazione dall’impressionante all’intimo.