Calibro
cà-li-bro
Significato Strumento che permette la misurazione di una lunghezza con grande precisione; diametro di una cavità cilindrica; diametro dei proiettili di armi da fuoco; qualità, importanza, grandezza delle persone o dei concetti
Etimologia attraverso il francese calibre, dall’arabo qālib ‘modello, stampo’.
Parola pubblicata il 10 Marzo 2023
Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini
Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.
Quando parliamo di artisti del calibro di Van Eyck, guardiamo il detective della scientifica confrontare il calibro dei due proiettili o ancora usiamo il calibro per misurare durante una lezione nel laboratorio di fisica ci aggrappiamo ad una lunga corda intrecciata da fibre fatte di francese, arabo e… garbo. Che c’entreranno le buone maniere con il proiettile che la poliziotta ha estratto dal muro della scena del crimine? Ancora una volta è l’etimologia a svelare l’arcano.
C’è infatti qualcosa che rende cugini garbo e calibro, ed è la parola araba qālib, che significa modello, stampo. In maniera più specifica essa indicava il modello per la fabbricazione delle calzature. Proviene dalla grande famiglia del verbo qalaba, che nelle varie forme può assumere diverse connotazioni, dal girare al capovolgere, dal sovvertire al trasporre. Per arrivare al garbo si è percorsa la via dello stampo, del negativo che va riempito e successivamente ribaltato per ottenere il prodotto finito, ed è un termine di lavoro, che ci ha raggiunto attraverso i gangli dei cantieri navali. Con calibro possiamo fare un ragionamento che unisca il concetto di modello a quello di misurazione, visto che lo strumento serve a dare il valore oggettivo, standard, delle dimensioni di qualcosa. Inoltre possiamo tenere presente che al di là del determinare le dimensioni di oggetti solidi, è estremamente utile per prendere le misure di fori e spazi vuoti: negativo, ribaltamento del volume occupato dai solidi.
Dall’arabo qālib pare che la parola si sia evoluta in francese in calibre, forse perché lo strumento di misurazione così chiamato fu inventato dal matematico d’Oltralpe Pierre Vernier, il quale rielaborò e perfezionò un oggetto preesistente chiamato nonio. Le misurazioni permesse dal calibro sono molto precise e quindi adatte ad oggetti piccoli le cui minime variazioni possono però avere un forte impatto, come, appunto le munizioni e le canne delle armi da fuoco. Nelle prime il calibro corrisponde al diametro esterno e nelle seconde al diametro interno.
Ma questa parola dal suono articolato, ruvido, simile al clangore di uno strumento che viene applicato in laboratorio, ha saputo andare oltre i campi del calcolo e della balistica e trovare un uso raffinato per sé stessa. Con calibro, infatti, possiamo esprimere il concetto di importanza e grandezza. In questo è simile al termine ‘caratura’, anch’esso, guarda guarda, derivato dall’arabo e pertinente al mondo delle misure. Per cui è possibile parlare di opere sublimi del calibro de ‘La ballata del vecchio marinaio’, di scienziate del calibro di Mary Anning, purtroppo dimenticate dalla storia, o perché no, di parole del calibro… di calibro!