Cantiere

can-tiè-re

Significato Area in cui si svolgono opere di ingegneria civile; cantiere navale

Etimologia dal latino cantherius ‘cavallo castrato’ (dal greco kanthélios ‘asino’), e in seguito ‘trave’.

Parola comune, normale, che adopriamo volentieri in usi figurati — ma in cui niente è come sembra. Possiamo iniziare dicendo che il cantiere, nei significati con cui lo intendiamo più comunemente oggi, ha poco più di cent’anni. Anche se ha una storia enormemente lunga, e articolatissima, come solo le parole davvero vive, vissute e popolari possono avere.

I Romani sono rimasti famosi come grandi costruttori, ma il cantherius non indicava un luogo di costruzione di edifici, ponti, strade: era il cavallo castrato, più docile e meglio disposto al lavoro. Anche se i cavalli nei cantieri non ci sono più, ancora oggi però in questi luoghi di lavoro ne usiamo la figura — ad esempio quando parliamo di cavalletti. Ed è con un passaggio del genere che prosegue la storia del cantiere: il cantherius diventa la trave di sostegno, pensiamo di un solaio.

Questo di ‘trave’ è un significato di ‘cantiere’ che in sé ha avuto una longevità impressionante, anche se è stato poco accolto nello scritto: è ancora registrato in molti dizionari. Ma è con un’ulteriore tappa di significato che il cantiere raggiunge il suo grande successo come luogo — il primo significato con cui è attestato in italiano: lo stabilimento dove si costruiscono e riparano le navi. Oggi parlando di arsenali e darsene sentiamo il bisogno di specificare che si tratta di cantieri navali, ma nel Settecento il cantiere era solo il cantiere navale. In cui naturalmente sono necessarie strutture, travi che sostengano le navi su cui si sta lavorando: insomma, nei cantieri c’è bisogno di… cantieri.

Ancora una volta ci si para davanti il carisma storico del cantiere navale, che in Italia ha saputo imporsi anche nella lingua come centro di lavoro, paradigma di attività, tanto da proiettare il suo nome su tutti i grandi laboratori di costruzione corredati dai loro apparati. Tanto da echeggiare nelle nostre normali espressioni figurate, di quando lo zio ci dice che aveva in cantiere una nuova ode e che poi ce la reciterà, dell’opera del collettivo ancora in cantiere, della coppia che ha messo in cantiere un bambino.

Anche se la trave su cui tutto quest’arco di significati si poggia è sempre quella silenziosa delle bestie da lavoro.

Parola pubblicata il 20 Marzo 2021