Grande

gràn-de

Significato Che eccede l’ordinaria misura qualitativamente o quantitativamente

Etimologia dal latino grandis, di origine sconosciuta.

Davanti a parole come questa si scopre l’imbarazzo di confrontarsi con le pietre che prime sorreggono l’edificio non solo della lingua, ma dello stesso pensiero.

Si può affermare con buona approssimazione che è grande ciò che eccede, sia quantitativamente sia qualitativamente, l’ordinaria misura. Ora, non è facilissimo definire in ogni caso questa ‘ordinaria misura’, perché non sempre, in effetti, nel valutare ‘grande’ qualcosa o qualcuno si fa riferimento a un parametro - ma diciamo che è una nozione intuitiva. Il grande pranzo, la grande vittoria, il grande mare, la grande persona non hanno contorni sfocati.

Peraltro è curioso come spesso il fatto di anteporre l’aggettivo ‘grande’ al sostantivo, o invece posporlo, ne muti tendenzialmente il significato - che ora è qualitativo ed estetico e morale, ora è quantitativo e dimensionale: un grande uomo è padrone di sé e un uomo grande arriva agli scaffali più alti, una grande automobile è bella e potente e un’automobile grande è un dramma da parcheggiare, il grande quadro è un vanto per il museo e il quadro grande occupa una parete intera.

Ma in latino ‘grande’ non si diceva ‘magnus’? Sì. Il latino grandis aveva proprio magnus come forte concorrente, su cui però ha prevalso: sul perché si possono fare diverse congetture, ma una delle più suggestive nota il sodalizio formale con altri aggettivi come ‘grosso’ e ‘grasso’, ed è plausibile che l’associazione di ‘grande’ a questa corpacciuta gang gli abbia valso la vittoria.

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Care amiche e cari amici, oggi, con la prima di quattro chiamate, vi scriviamo per un invito speciale.

A Ivrea, dal 1 al 4 giugno si terrà un festival della lettura: “La grande invasione”.

Ci rivolgiamo a tutti i piemontesi, valdostani, lombardi, liguri, francesi, svizzeri e a coloro che si troveranno comunque o comunque si vorranno trovare da quelle parti in quei giorni: accorrete.

È un’occasione diversa dai festival-sfilata, dai festival-vetrina: qui si scopre il versante temerario dell’invito alla lettura (di una temerarietà però esperta, guidata anche quest’anno da Marco Cassini e Gianmario Pilo, giunta alla V edizione).

Tenendo simbolicamente l’occhio sui passi alpini, l’invasione annunciata è quella di ingegni multiformi e scelti, attesi e no, coloro che costruiscono il vasto corpo di ciò che può essere letto, pronti a occupare con le loro proposte imbattute i programmi culturali che avevamo per l’anno. E stavolta, un fuoco particolare convergerà sul genere letterario del racconto.

Peraltro, virtualmente, saremo presenti anche noi, con parole-cartoline così belle che (pare) scalzeranno l’oro come bene-rifugio.

Il programma definitivo sta per essere pubblicato: per adesso, potete farvi vellicare ulteriormente dalla pagina Facebook.

Parola pubblicata il 09 Maggio 2017