Intuire

in-tu-ì-re

Etimologia dal latino: in dentro tueri guardare.

Esistono approdi a cui con le potenti macchine della ragione non si può arrivare. Possono aiutare, certo, ma nella comprensione dell’altro, nell’esercizio della fantasia, nell’afferrare se stessi, in questo e non solo serve un occhio diverso.

Non si tratta di un’ispirazione del momento, di un cogliere le cose al volo perché si è vispi, di un’illuminazione. E’ invece uno sguardo presente e penetrante che non parla nero su bianco, una visione profonda e d’insieme, una vertigine estatica in cui sembra di cadere fuori da sé, lungo questo sguardo.

E’ una via di conoscenza diversa e necessaria, come diverso e necessario è nuotare, in acqua - dove non si può ostinarsi a camminare.

Parola pubblicata il 12 Agosto 2010