Etimologia voce dotta recuperata dal latino clangor, derivato di clàngere ‘gridare, squillare’, dalla stessa radice di clamare ‘gridare, schiamazzare’, affine al greco claggé ‘squillo, strido’.
Come sono difficili le parole che descrivono i suoni: godiamo del salto poetico di quelle che cercano di afferrare e rendere colori e odori, ma quelle che descrivono suoni non possono scamparla facilmente, poiché significano un suono col loro suono.
Il clangere latino aveva un significato ampio e asciutto, un ‘far risuonare’ - un verbo buono per trombe che squillano, per gazzarre d’uccelli, schiamazzi di persone (chi nota che così il clangore è piuttosto vicino al clamore nota bene, sono parenti). In effetti proprio la convergenza su soffi di tromba e trilli d’uccelli pare sia il primo cuore di questo verbo - e c’è chi ipotizza siano la sua suggestioneonomatopeica primigenia. Nel Trecento l’italiano recupera il verbo ‘clangere’, col significato di ‘squillare’, riferito a trombe, ma ormai è del tutto desueto. Invece il clangore (recuperato nel tardo Quattrocento) no: è una parola sempre di gusto letterario ma piuttosto a buon mercato.
Ora, il nostro clangore non è più il clangor latino. Certo, sui dizionari si continua a leggere giustamente il riferimento allo squillo di tromba, anche al suono di campana, ma la generalizzazione al suono forte, acuto, stridente sembra sempre meno vera. anche se il clangore non si riduce al suono che rendiamo per iscritto come ‘clang’, possiamo dirlo forte: il suo cuore è metallico. Se parlo del clangore di una voce non evoco una voce alta e garrula, ma una dura e metallica (perfino da automa); odo il clangore della pioggia forte sui tettucci delle auto, non nel pineto; e se nel prato odo un clangore o è il nonno che litiga con la mietitrebbia o è una mucca col campanaccio - difficilmente saranno storni che strillano.
Forse sono complici i fumetti, ma il clangore è il suono del cancello che si apre lento, della serratura faticosa, delle ferraglie nel cassone del camion che si rivoltano a ogni frenata e curva, della lattina che cade nel distributore automatico, e ovviamente del duello con lo spadone. C’è vibrazione, rintocco, eco di metallo - come nella tromba, come nella campana.
Come sono difficili le parole che descrivono i suoni: godiamo del salto poetico di quelle che cercano di afferrare e rendere colori e odori, ma quelle che descrivono suoni non possono scamparla facilmente, poiché significano un suono col loro suono.
Il clangere latino aveva un significato ampio e asciutto, un ‘far risuonare’ - un verbo buono per trombe che squillano, per gazzarre d’uccelli, schiamazzi di persone (chi nota che così il clangore è piuttosto vicino al clamore nota bene, sono parenti). In effetti proprio la convergenza su soffi di tromba e trilli d’uccelli pare sia il primo cuore di questo verbo - e c’è chi ipotizza siano la sua suggestione onomatopeica primigenia. Nel Trecento l’italiano recupera il verbo ‘clangere’, col significato di ‘squillare’, riferito a trombe, ma ormai è del tutto desueto. Invece il clangore (recuperato nel tardo Quattrocento) no: è una parola sempre di gusto letterario ma piuttosto a buon mercato.
Ora, il nostro clangore non è più il clangor latino. Certo, sui dizionari si continua a leggere giustamente il riferimento allo squillo di tromba, anche al suono di campana, ma la generalizzazione al suono forte, acuto, stridente sembra sempre meno vera. anche se il clangore non si riduce al suono che rendiamo per iscritto come ‘clang’, possiamo dirlo forte: il suo cuore è metallico. Se parlo del clangore di una voce non evoco una voce alta e garrula, ma una dura e metallica (perfino da automa); odo il clangore della pioggia forte sui tettucci delle auto, non nel pineto; e se nel prato odo un clangore o è il nonno che litiga con la mietitrebbia o è una mucca col campanaccio - difficilmente saranno storni che strillano.
Forse sono complici i fumetti, ma il clangore è il suono del cancello che si apre lento, della serratura faticosa, delle ferraglie nel cassone del camion che si rivoltano a ogni frenata e curva, della lattina che cade nel distributore automatico, e ovviamente del duello con lo spadone. C’è vibrazione, rintocco, eco di metallo - come nella tromba, come nella campana.