Etimologia dal latino cubare ‘giacere, dormire, avere un rapporto sessuale’; come misurazione volumetrica, dal nome della forma geometrica del cubo, dal greco kùbos ‘dado’.
La conoscenza di certe parole desuete si può rivelare fondamentale per capirne altre comuni e molto usate.
Anche se è aggraziato, dotto e brillante, non capita spesso di usare, di leggere o di sentire il verbo ‘cubare’: ha il semplice significato di ‘giacere’, e può comportarsi sia come intransitivo (io cubo pacificamente sul prato), sia come intransitivo pronominale (noi ci cubiamo sulle amache). E non è una parola da trascurare. Ma inoltre si tratta della base di parole come incubo, succubo e concubino - che scaturiscono proprio dal ‘cubare’ latino, forte di significati più articolati, anche afferenti al dormire e all’avere rapporti sessuali.
Originariamente, nella tradizione romana, l’incubo e il succubo erano demoni, rispettivamente di genere maschile e femminile, che si univano sessualmente - giacendo sopra o sotto - alle persone dormienti, fiaccandone l’energia vitale e le capacità procreative. E i concubini altri non sono che coloro che ‘illegittimamente’ condividono il letto con qualcuno. Tutte parole che passano per quel giacere che il cubare significa.
Va detto che inoltre cubare può anche significare misurare il volume di un ambiente, calcolandone la cubatura; ma in questo caso deriva dal cubo quale forma geometrica, il cui nome nasce dal greco kùbos cioè ‘dado’.
La conoscenza di certe parole desuete si può rivelare fondamentale per capirne altre comuni e molto usate.
Anche se è aggraziato, dotto e brillante, non capita spesso di usare, di leggere o di sentire il verbo ‘cubare’: ha il semplice significato di ‘giacere’, e può comportarsi sia come intransitivo (io cubo pacificamente sul prato), sia come intransitivo pronominale (noi ci cubiamo sulle amache). E non è una parola da trascurare. Ma inoltre si tratta della base di parole come incubo, succubo e concubino - che scaturiscono proprio dal ‘cubare’ latino, forte di significati più articolati, anche afferenti al dormire e all’avere rapporti sessuali.
Originariamente, nella tradizione romana, l’incubo e il succubo erano demoni, rispettivamente di genere maschile e femminile, che si univano sessualmente - giacendo sopra o sotto - alle persone dormienti, fiaccandone l’energia vitale e le capacità procreative. E i concubini altri non sono che coloro che ‘illegittimamente’ condividono il letto con qualcuno. Tutte parole che passano per quel giacere che il cubare significa.
Va detto che inoltre cubare può anche significare misurare il volume di un ambiente, calcolandone la cubatura; ma in questo caso deriva dal cubo quale forma geometrica, il cui nome nasce dal greco kùbos cioè ‘dado’.