Etimologia voce dotta, dal latino imperiale ìmpetus ‘assalto, slancio’, composto di in- ‘dentro’ e dal tema di pètere ‘dirigersi, assalire, lanciarsi contro’, ma anche ‘chiedere’.
Poche parole sono massicce eppure scattanti come questa, che sicuramente appartiene a un registro alto ma può essere usata in maniera disinvolta.
L’impeto è sia il moto sia la forza travolgente - un lanciarsi contro e dentro, che si esprime in una dimensione fisica, emotiva, morale. E l’impulso dell’impeto si traduce quindi anche in impulso dell’animo, in passione, concitazione: con impeto ci si scaglia a recuperare il pallone nella mischia, l’impeto della raffica di vento ci getta quasi a terra; si risponde con impeto all’accusa allusa, nell’impeto dell’abbraccio ci si tira una capocciata; si apprezza l’impeto degli scambi di una discussione che non scade, l’idea è attaccata con un grande impeto argomentativo.
Essendo un impulso volentieri è impulsivo, e allora parliamo anche degli impeti d’ira in cui scassiamo la porta del frigorifero, dell’impeto d’orgoglio che ci fa dire la cosa sbagliata al momento sbagliato, dell’azione di primo impeto compiuta in maniera irriflessa.
Infine abbiamo l’occasione per osservare i due esiti dell’impetus latino: se ‘impeto’ è una voce dotta, e quindi recuperata direttamente dal latino, nel XIV secolo, senza che sia stata usurata dai secoli, il vicino ‘émpito’ è invece una voce popolare (per quanto sia registrata come un toscanismo letterario), e ha attraversato i secoli senza soluzione di continuità venendo trasfigurata dall’uso.
Poche parole sono massicce eppure scattanti come questa, che sicuramente appartiene a un registro alto ma può essere usata in maniera disinvolta.
L’impeto è sia il moto sia la forza travolgente - un lanciarsi contro e dentro, che si esprime in una dimensione fisica, emotiva, morale. E l’impulso dell’impeto si traduce quindi anche in impulso dell’animo, in passione, concitazione: con impeto ci si scaglia a recuperare il pallone nella mischia, l’impeto della raffica di vento ci getta quasi a terra; si risponde con impeto all’accusa allusa, nell’impeto dell’abbraccio ci si tira una capocciata; si apprezza l’impeto degli scambi di una discussione che non scade, l’idea è attaccata con un grande impeto argomentativo.
Essendo un impulso volentieri è impulsivo, e allora parliamo anche degli impeti d’ira in cui scassiamo la porta del frigorifero, dell’impeto d’orgoglio che ci fa dire la cosa sbagliata al momento sbagliato, dell’azione di primo impeto compiuta in maniera irriflessa.
Infine abbiamo l’occasione per osservare i due esiti dell’impetus latino: se ‘impeto’ è una voce dotta, e quindi recuperata direttamente dal latino, nel XIV secolo, senza che sia stata usurata dai secoli, il vicino ‘émpito’ è invece una voce popolare (per quanto sia registrata come un toscanismo letterario), e ha attraversato i secoli senza soluzione di continuità venendo trasfigurata dall’uso.