Etimologia dallo spagnolo lindo ‘carino, bello, armonioso, elegante’, dal latino legitimus ‘legittimo’, ma anche ‘conveniente, giusto, opportuno, appropriato’.
Ed eccoci ancora una volta davanti a una parola che è molto più di quel che sembra.
Non è una parola astrusa: sappiamo bene che l’aggettivo lindo descrive innanzitutto il pulito e l’ordinato. Ma come arrivi a descriverlo è sorprendente: infatti la vena da cui scaturisce il lindo è quella del latino legitimus, un aggettivo imponente, per numero e densità di significati. Ciò che è legittimo, cioè posto dalla legge e ad essa conforme, diventa linearmente il giusto, e così il conveniente e l’appropriato: questa è la dimensione del lindo. Che emerso (con qualche acrobazia) attraverso lo spagnolo fiorisce di significati di armonia, bellezza ed eleganza. A ben vedere quei primi significati che riconduciamo al lindo - dal lenzuolo lindo alla linda cucina alla morale linda - sono un distillato tutt’altro che scontato di quei caratteri, eppure pulizia e ordine sono a un tempo fondamento e fastigio di convenienza, appropriatezza, armonia, eleganza. Quando pronunciamo questa semplice parola, in bocca portiamo un filone antichssimo di pensiero e gusto.
Poi certo, il lindo diventa anche altro: può essere il chiaro, o il netto, per cui ad esempio godiamo della vista linda concessa dai nuovi occhiali, si plaude allo scatto lindo che immortala un attimo struggente, dell’esposizione linda del divulgatore scientifico. E poi subito include anche l’eleganza nitida e tersa, sicché il nuovo fidanzato della sorella si presenta alla cena lindo in biancolino, l’antica prozia esce sempre di casa stupendamente linda.
In una parola, abbiamo modo di significare la straordinaria freschezza di una regola.
Ed eccoci ancora una volta davanti a una parola che è molto più di quel che sembra.
Non è una parola astrusa: sappiamo bene che l’aggettivo lindo descrive innanzitutto il pulito e l’ordinato. Ma come arrivi a descriverlo è sorprendente: infatti la vena da cui scaturisce il lindo è quella del latino legitimus, un aggettivo imponente, per numero e densità di significati. Ciò che è legittimo, cioè posto dalla legge e ad essa conforme, diventa linearmente il giusto, e così il conveniente e l’appropriato: questa è la dimensione del lindo. Che emerso (con qualche acrobazia) attraverso lo spagnolo fiorisce di significati di armonia, bellezza ed eleganza. A ben vedere quei primi significati che riconduciamo al lindo - dal lenzuolo lindo alla linda cucina alla morale linda - sono un distillato tutt’altro che scontato di quei caratteri, eppure pulizia e ordine sono a un tempo fondamento e fastigio di convenienza, appropriatezza, armonia, eleganza. Quando pronunciamo questa semplice parola, in bocca portiamo un filone antichssimo di pensiero e gusto.
Poi certo, il lindo diventa anche altro: può essere il chiaro, o il netto, per cui ad esempio godiamo della vista linda concessa dai nuovi occhiali, si plaude allo scatto lindo che immortala un attimo struggente, dell’esposizione linda del divulgatore scientifico. E poi subito include anche l’eleganza nitida e tersa, sicché il nuovo fidanzato della sorella si presenta alla cena lindo in biancolino, l’antica prozia esce sempre di casa stupendamente linda.
In una parola, abbiamo modo di significare la straordinaria freschezza di una regola.