Ritornello

ri-tor-nèl-lo

Significato Parte di un componimento poetico o musicale che ricorre più volte; nome del relativo segno grafico utilizzato in musica; nell’uso figurato, ripetizione di un discorso, fino alla monotonia

Etimologia diminutivo di ritornare, da tornare col prefisso ri- da quello latino re- che indica una reiterazione.

Jean-Jacques Rousseau scriveva nel 1768: «Ritournelles vient de l’Italien Ritornello, & signifie petit retour», ‘piccolo ritorno’.

In effetti, il ritornello è proprio la ripetizione di una parte di un componimento poetico o musicale. In musica è rappresentato da questi segni:
:||:
oppure da:
||: e :||
che indicano il punto in cui inizia la parte da ripetere e quello in cui finisce.

La morfologia grafica sembra che derivasse dalla necessità di differenziarlo da altri segni simili. Nella notazione della musica antica potevano infatti trovarsi delle analoghe linee verticali che attraversavano il rigo musicale, rappresentanti le normali pause o anche le cosiddette pause indiziali. Perciò, secondo alcuni trattatisti, per non generare confusione vennero aggiunti i puntini, dando luogo così alla conformazione attuale.

Ritornello è sinonimo di refrain, termine che è un adattamento del francese antico, derivato dal latino volgare refràngere, ‘spezzare’ o anche ‘rifrangere’, interpretato come parte di un canto che ricorre a intervalli regolari, ‘spezzando’ il procedere del canto stesso. La ripetizione identica di testo e musica era in origine la risposta del coro alla strofa eseguita dal solista. Del resto, la ripetizione regolare è un espediente che ha radici nel più lontano passato: repetita iuvant.

Come parola, ritornello nasce nella poesia del tardo Medioevo ed è attestata già in Chiaro Davanzati, impegnato intorno alla seconda metà del Duecento in una solenne tenzone poetica con un collega.

Un celebre ritornello letterario, più tardo, si trova nella notissima Canzona di Bacco di Lorenzo de’ Medici, composta in occasione del carnevale fiorentino. La forma poetica è la barzelletta, una ballata pluristrofica che in campo musicologico ha il suo alter ego nella frottola. Infatti, la ballata poetica antica aveva proprio destinazione musicale e presentava inizialmente un ritornello, chiamato anche ripresa. In questo caso il ritornello è enunciato sul terzo e quarto verso, e si ripete tra una stanza e l’altra:

Quant’è bella giovinezza
che si fugge tuttavia.
Chi vuole esser lieto, sia,
di doman non c’è certezza
.

Quest’è Bacco e Arïanna,
belli, e l’un dell’altro ardenti;
perché ’l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe e altre genti
sono allegri tuttavia.
Chi vuole esser lieto, sia,
di doman non c’è certezza

[…]

Il ritornello ha una funzione fortemente strutturante, poiché delinea la composizione, marcandone le sezioni. Anche in virtù di questa capacità, dal Seicento in poi il ritornello contribuì alla creazione di numerose forme musicali, come l’Aria vocale accompagnata, il Concerto o la Sonata.

Nel periodo del classicismo viennese il rondò costituì spesso il movimento finale del concerto strumentale o della sonata per strumento solista. Sebbene non discenda storicamente dal ritornello barocco, ne riprende la funzione ripetitiva come, per esempio, nell’ultimo movimento del Concerto per pianoforte e orchestra n. 3, di Ludwig van Beethoven.

Il ritornello è così ‘trasversale’ che la parola ha raggiunto la massima notorietà con la canzone leggera. Nella musica pop le canzoni sono generalmente strutturate alternando prima la strofa e poi il ritornello, a differenza della musica colta, dove il ritornello è spesso presentato per primo.

L’uso figurato della parola è famigliare a tutti: «… e basta con questo ritornello!». Tuttavia si è un po’ sclerotizzato nell’accezione di monotono, di fastidioso; invece, può essere inteso anche in modo diverso. Nella Bohème di Puccini, i librettisti Giuseppe Giacosa e Luigi Illica schizzano con poche pennellate il profilo di Musetta, facendole formulare questa considerazione personale:

Di tanto in tanto ho bisogno di respirare l’aria di questa vita. La mia folle esistenza è come una canzone: ciascuno de’ miei amori è una strofa, ma Marcello ne è il ritornello.

Diciamola tutta: UPAG è un nostro piccolo rito, anzi, un ritornello quotidiano.

Parola pubblicata il 21 Maggio 2023

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