SignificatoIdea bizzarra e improvvisa; composizione letteraria originale e bizzarra; oggetto di forma bizzarra
Etimologia variante di ghiribizzo, di etimo incerto, ma probabilmente dall’alto tedesco antico krebiz ‘gambero’.
Ho capito male o si diceva che ‘ghiribizzo’ viene da ‘gambero’?
Sulla sua origine ne sono state dette diverse: c’è chi c’intravede i geni del ghirigoro, chi lo riscostruisce a partire da ‘scarabizzo’, ossia ‘scarabocchio’. Ipotesi serie, anche forti di una continuità semantica. Perché lo schiribizzo, o ghiribizzo, è l’idea improvvisa, bizzarra, magari balzana - qualcosa che si avvicina bene a un tratto attorcigliato senza senso. Ma alcune fra le voci più autorevoli affermano, col conforto di varie circostanze, che no: l’origine è germanica, e che va trovata nell’alto-tedesco antico, alla voce krebiz, gambero. Bene, ma che c’entra l’amico gambero, qui? Sembra nulla.
È che in italiano a proposito di idee stravaganti di solito non parliamo di gamberi, ma di altri artropodi (come certi dizionari etimologici non mancano di adombrare): i grilli. Tutte bestioline brulicanti, ostinate, antennute, che si sanno muovere nella maniera più bizzarra e agile fra salti e planate zampettanti. Serve un occhio poetico per vedere in grilli e gamberi la rappresentazione di pensieri che si muovono - e questo occhio lo condividiamo tutti.
Così racconto che mi è venuto lo schiribizzo di iniziare a dipingere (“Faccio arte astratta”), la dichiarazione d’amore eterno può essere un mero schiribizzo, e quando ai colleghi è venuto lo schiribizzo di fare una biciclettata tutti insieme si sono fermati alla prima osteria e sono rimasti lì per il resto della giornata. Per estensione viene detto schiribizzo anche il componimento letterario originale e bizzarro - e volentieri è l’autore stesso che si schermisce definendolo tale: ho scritto uno schiribizzo che mi ha ispirato l’avventura di oggi, e il suo sarà solo uno schiribizzo, ma è suggestivo e apre il discorso. Infine, seguendo il carattere di stranezza, può anche essere un oggetto di forma bizzarra: il negozio è pieno di schiribizzi che prendono polvere, e ringraziamo un po’ disorientati l’amico che di ritorno dal viaggio ci porta in dono un misterioso schiribizzo.
Che ci parli di gamberi o scarabocchi (peraltro come negare eco a valle con scarabizzi e ghirigori?) rimane una parola fresca, frizzante, capace di movimentare il discorso con una sonorità divertente e inusuale.
Ho capito male o si diceva che ‘ghiribizzo’ viene da ‘gambero’?
Sulla sua origine ne sono state dette diverse: c’è chi c’intravede i geni del ghirigoro, chi lo riscostruisce a partire da ‘scarabizzo’, ossia ‘scarabocchio’. Ipotesi serie, anche forti di una continuità semantica. Perché lo schiribizzo, o ghiribizzo, è l’idea improvvisa, bizzarra, magari balzana - qualcosa che si avvicina bene a un tratto attorcigliato senza senso. Ma alcune fra le voci più autorevoli affermano, col conforto di varie circostanze, che no: l’origine è germanica, e che va trovata nell’alto-tedesco antico, alla voce krebiz, gambero. Bene, ma che c’entra l’amico gambero, qui? Sembra nulla.
È che in italiano a proposito di idee stravaganti di solito non parliamo di gamberi, ma di altri artropodi (come certi dizionari etimologici non mancano di adombrare): i grilli. Tutte bestioline brulicanti, ostinate, antennute, che si sanno muovere nella maniera più bizzarra e agile fra salti e planate zampettanti. Serve un occhio poetico per vedere in grilli e gamberi la rappresentazione di pensieri che si muovono - e questo occhio lo condividiamo tutti.
Così racconto che mi è venuto lo schiribizzo di iniziare a dipingere (“Faccio arte astratta”), la dichiarazione d’amore eterno può essere un mero schiribizzo, e quando ai colleghi è venuto lo schiribizzo di fare una biciclettata tutti insieme si sono fermati alla prima osteria e sono rimasti lì per il resto della giornata. Per estensione viene detto schiribizzo anche il componimento letterario originale e bizzarro - e volentieri è l’autore stesso che si schermisce definendolo tale: ho scritto uno schiribizzo che mi ha ispirato l’avventura di oggi, e il suo sarà solo uno schiribizzo, ma è suggestivo e apre il discorso. Infine, seguendo il carattere di stranezza, può anche essere un oggetto di forma bizzarra: il negozio è pieno di schiribizzi che prendono polvere, e ringraziamo un po’ disorientati l’amico che di ritorno dal viaggio ci porta in dono un misterioso schiribizzo.
Che ci parli di gamberi o scarabocchi (peraltro come negare eco a valle con scarabizzi e ghirigori?) rimane una parola fresca, frizzante, capace di movimentare il discorso con una sonorità divertente e inusuale.