Spunto
spùn-to
Significato Abbocco dato dal suggeritore a teatro; elemento, occasione che dà il via a una produzione creativa; sapore acido assunto dal vino
Etimologia derivato di spuntare.
Parola pubblicata il 16 Marzo 2020
spùn-to
Significato Abbocco dato dal suggeritore a teatro; elemento, occasione che dà il via a una produzione creativa; sapore acido assunto dal vino
Etimologia derivato di spuntare.
Parola pubblicata il 16 Marzo 2020
Un’immagine semplice, evocativa e condivisa conferisce versatilità alla parola che la significa. E questo è così vero che alla fine ci troviamo con significati che non sappiamo più bene come ricondurre all’immagine originale.
Il nostro ‘spunto’ è un termine tardo, ottocentesco, ed emerge a teatro. È il suggerimento che viene accennato all’attore che sta recitando — ‘dammi lo spunto’. Ed estendendosi da questo abbocco invade il campo artistico diventando la prima battuta di una frase musicale, ma anche e soprattutto l’elemento, il motivo, il pensiero che dà il via a un’attività artistica, o più in generale di una produzione che comunque necessiti di un po’ di inventiva. Non è pretenzioso come l’ispirazione, lo spunto, e non racconta di strani insondabili spirari: è piccolo e concreto e utile.
Ma da dove salta fuori? L’incertezza che possiamo avere a riguardo scaturisce dalla doppiezza dello ‘spuntare’, che non è un verbo, ma due (perché ambiguo è il prefisso ‘s-‘). Lo spuntare da cui deriva lo spunto non è quello del togliere la punta, ma quello del mettere la punta. Così come spuntano i crochi bucando la neve, così come spuntano i capelli da sotto il cappello, così come l’amore della vita spunta all’improvviso, così lo spunto caccia fuori, mostra la sua puntina, che faremo crescere in un’opera compiuta — che sia una riflessione, un racconto o una torta. Un’occasione che suggerisce altro, un principio sorgente.
Peraltro si chiama ‘spunto’ anche la punta di aceto che sentiamo nel vino che abbiamo conservato male (o che non aveva la struttura per essere conservato) — un inizio di fermentazione che finirà per lasciarci con un’ottima bottiglia di aceto. Invece non c’entra niente la spunta (✓), che pare nasca con un cambio di prefisso annullando l’appunto: ciò che spuntiamo è già gestito.
Invece il dibattito scientifico sul nesso con lo spuntino è una rissa al coltello. No, non è vero, però ci sono diverse ipotesi: c’è chi lo vuole alterazione di postcenium (come il pusigno!), vedendolo quindi nascere come spuntino di mezzanotte; c’è chi lo vede come un derivato di ‘spuntare’ nel senso di togliere la punta, come si fa con le mani a un pezzo di formaggio e alla frusta di pane quando torniamo a casa dalla spesa con un certo languore; e c’è anche chi lo legge, in effetti, come uno spunto di pasto, un abbocco.
È una parola che conosciamo benissimo. Ma perché si conservi viva è importante pronunciarlo e scriverlo sentendo che ha il sapore di uno spuntare.