SignificatoImpiegato modesto e diligente, mal pagato e sacrificato sul posto di lavoro
Etimologia dal nome di Ignazio Travet, protagonista della commedia piemontese “Le miserie d’Monsù Travet” del 1863, scritta da Vittorio Bersezio.
Non è una parola che capita spesso di vedere o udire, ma la figura da cui nasce, l’impiegato Ignazio Travet, ai suoi tempi ha avuto un gran mordente sull’immaginario collettivo - e di quando in quando viene ancora usata da saggisti o giornalisti particolarmente colti.
Il signor Travèt (cioè “travetto”, piccola trave) nella commedia di Bersezio è un impiegato pubblico che sul posto di lavoro subisce le vessazioni di un capoufficio che lo odia, vive la continua frustrazione di vedere cani e porci venir promossi prima di lui e svolge compiti monotoni e ripetitivi. Ciononostante nelle proprie mansioni è diligente, puntuale, e affronta il dovere con vero spirito di sacrificio; per di più nemmeno a casa le cose vanno meglio, per il signor Travèt, visto che anche lì subisce maltrattamenti da parte di moglie, figli e domestica.
Così il travet diventa per antonomasia il piccolo burocrate dedito tanto al proprio lavoro quanto all’ingoiare rospi con modestia. Una figura che anche a centocinquant’anni di distanza dalla prima de “Le miserie d’Monsù Travet” non è certo sparita. Una parola bella e incisiva che veramente può impreziosire un discorso.
Non è una parola che capita spesso di vedere o udire, ma la figura da cui nasce, l’impiegato Ignazio Travet, ai suoi tempi ha avuto un gran mordente sull’immaginario collettivo - e di quando in quando viene ancora usata da saggisti o giornalisti particolarmente colti.
Il signor Travèt (cioè “travetto”, piccola trave) nella commedia di Bersezio è un impiegato pubblico che sul posto di lavoro subisce le vessazioni di un capoufficio che lo odia, vive la continua frustrazione di vedere cani e porci venir promossi prima di lui e svolge compiti monotoni e ripetitivi. Ciononostante nelle proprie mansioni è diligente, puntuale, e affronta il dovere con vero spirito di sacrificio; per di più nemmeno a casa le cose vanno meglio, per il signor Travèt, visto che anche lì subisce maltrattamenti da parte di moglie, figli e domestica.
Così il travet diventa per antonomasia il piccolo burocrate dedito tanto al proprio lavoro quanto all’ingoiare rospi con modestia. Una figura che anche a centocinquant’anni di distanza dalla prima de “Le miserie d’Monsù Travet” non è certo sparita. Una parola bella e incisiva che veramente può impreziosire un discorso.