Eristico

e-rì-sti-co

Significato Polemico, contenzioso, sofistico, ingannevole

Etimologia dal greco eristiké (techne) arte della disputa, derivato da erizo contendo, gareggio, da eris contesa, lite.

Si tratta di una parola non semplice, che però può essere spiegata efficacemente dando uno sguardo a quella che fu, nell’antica Grecia, la scuola eristica.

Ai filosofi di questa scuola - sofisti di seconda generazione - interessava esclusivamente la disputa dialettica; in particolare, però, non si interrogavano su come aver ragione dell’avversario scendendo nel merito delle questioni della contesa: avevano come obiettivo solo quello di distruggere con la retorica la tesi avversa, trascinandola nella contraddizione, nel paradosso. In effetti agli eristici non interessava proprio quale fosse la tesi da confutare. L’importante era confutarla. Dopotutto, uno dei capisaldi della teoria sofistica era proprio il relativismo gnoseologico: esistono tante verità quante sono le teste pensanti, e una vale l’altra.

Sono rimasti celebri alcuni dei paradossi che erano soliti cavalcare: ad esempio, dall’affermazione “Io ho ciò che non ho perso” potevano desumere che ho le corna, dato che non le ho perse.

Oggi questa parola viene usata parlando di arte eristica intendendo un’arte retorica particolarmente polemica, sterile e ingannevole - e l’eristico può indicare anche l’ingannevole tout-court. Si può quindi bollare come eristica l’argomentazione politica che si concentra su cavilli formali privi di spessore, si nota come il successo di un esame sia più frutto di un’inclinazione eristica che di una solida preparazione, e si può essere portati a firmare un contratto con degli artifici eristici.

Va però notato - come già notavano i Greci - che l’eristica non ha solo caratteri negativi: infatti invita una profonda riflessione sulle parole e sul loro senso. Facendo forza sulle ambiguità di un discorso impone, per essere fronteggiata, una linea di estrema chiarezza mentale.

Parola pubblicata il 24 Giugno 2014