SignificatoIncompatibilità; contraddizione che nasce quando, riguardo a una certa questione, si può giungere a due conclusioni opposte ugualmente valide
Etimologia dal greco antinomìa, formato da antì contro e nòmos legge.
Parola alta, propria della filosofia e del diritto, che esprime un concetto importante, utile e versatile.
Quella descritta dall’antinomia non è una semplice contraddizione. Immanuel Kant, come qualcuno forse ricorderà dal liceo, usa questa parola indicando ciò di cui non si può parlare giungendo a una conclusione univoca: quando ci spingiamo a discutere di cose che sono al di là della nostra esperienza umana, ai nostri argomenti manca la terra sotto ai piedi, e sono per forza di cose fallaci. Ad esempio, con la stessa forza possiamo arrivare ad affermare o a negare l’esistenza di Dio. Le contrapposte affermazioni a cui arriviamo sono antinomie: più che contraddizioni, sono affermazioni incompatibili che hanno uguale valore.
questa idea la troviamo anche in diritto: si parla di lacune quando manca una norma che regoli una certa fattispecie; si parla di antinomie quando invece ci sono più norme che regolano in maniera diversa e incompatibile la stessa fattispecie. Insomma, se una norma ammette e regola un determinato atto, mentre un’altra lo vieta e lo sanziona, siamo davanti a un’antinomia. Un caso patologico, poiché rende indecidibile una questione giuridica; anche se, il più delle volte, può trovare soluzione con l’applicazione di alcuni criteri interpretativi (la norma gerarchicamente superiore prevale sull’inferiore, la norma più recente abroga la più risalente, la norma speciale deroga quella generale e via dicendo).
Il concetto di una contraddizione insuperabile non appartiene solo alle altezze celesti di filosofia e diritto: con un accettabile compromesso, l’antinomia può acquistare dei significati più estesi. Dopotutto, capita spesso che, partendo dalle medesime premesse, si giunga ad avere posizioni diverse e incompatibili su qualcosa, senza che queste possano essere smontate con armi logiche. Pensiamo alle scelte politiche, ai gusti estetici, alle regole morali: anche questi, estensivamente, sono regni dell’antinomia. L’assemblea che deve prendere una decisione si trova spaccata nell’antinomia di due soluzioni che si escludono a vicenda; la scelta del film da guardare è paralizzata dalle solite antinomie; e la difficoltà dell’incontro fra due culture può consistere in un’antinomia circa l’ammissibilità o meno di un certo costume.
Ma l’antinomia non va intesa come un punto di blocco, momento opportuno per la separazione e il “vivi e lascia vivere”. È proprio davanti all’antinomia, è proprio davanti all’incompatibilità, che il dialogo diventa più che mai interessante.
Parola alta, propria della filosofia e del diritto, che esprime un concetto importante, utile e versatile.
Quella descritta dall’antinomia non è una semplice contraddizione. Immanuel Kant, come qualcuno forse ricorderà dal liceo, usa questa parola indicando ciò di cui non si può parlare giungendo a una conclusione univoca: quando ci spingiamo a discutere di cose che sono al di là della nostra esperienza umana, ai nostri argomenti manca la terra sotto ai piedi, e sono per forza di cose fallaci. Ad esempio, con la stessa forza possiamo arrivare ad affermare o a negare l’esistenza di Dio. Le contrapposte affermazioni a cui arriviamo sono antinomie: più che contraddizioni, sono affermazioni incompatibili che hanno uguale valore.
questa idea la troviamo anche in diritto: si parla di lacune quando manca una norma che regoli una certa fattispecie; si parla di antinomie quando invece ci sono più norme che regolano in maniera diversa e incompatibile la stessa fattispecie. Insomma, se una norma ammette e regola un determinato atto, mentre un’altra lo vieta e lo sanziona, siamo davanti a un’antinomia. Un caso patologico, poiché rende indecidibile una questione giuridica; anche se, il più delle volte, può trovare soluzione con l’applicazione di alcuni criteri interpretativi (la norma gerarchicamente superiore prevale sull’inferiore, la norma più recente abroga la più risalente, la norma speciale deroga quella generale e via dicendo).
Il concetto di una contraddizione insuperabile non appartiene solo alle altezze celesti di filosofia e diritto: con un accettabile compromesso, l’antinomia può acquistare dei significati più estesi. Dopotutto, capita spesso che, partendo dalle medesime premesse, si giunga ad avere posizioni diverse e incompatibili su qualcosa, senza che queste possano essere smontate con armi logiche. Pensiamo alle scelte politiche, ai gusti estetici, alle regole morali: anche questi, estensivamente, sono regni dell’antinomia. L’assemblea che deve prendere una decisione si trova spaccata nell’antinomia di due soluzioni che si escludono a vicenda; la scelta del film da guardare è paralizzata dalle solite antinomie; e la difficoltà dell’incontro fra due culture può consistere in un’antinomia circa l’ammissibilità o meno di un certo costume.
Ma l’antinomia non va intesa come un punto di blocco, momento opportuno per la separazione e il “vivi e lascia vivere”. È proprio davanti all’antinomia, è proprio davanti all’incompatibilità, che il dialogo diventa più che mai interessante.