Etimologia dal provenzale baloart, passato attraverso il francese medio balouart e varianti, probabilmente dall’olandese medievale bolwerc ‘fortificazione’, letteralmente ‘opera di travi’.
I baluardi li conosciamo bene: sono l’ossatura delle fortificazioni rinascimentali ‘alla moderna’ che ammiriamo nelle nostre città, oggi perfetti per mostre d’arte e passeggiate panoramiche. Si dice baluardo sia un genere di terrapieni fortificati ideato per resistere agli assalti delle prime artiglierie, sia gli elementi angolari della cinta di questi terrapieni (anche detti bastioni). Le mura alte e turrite di concezione medievale erano ottime per tenere fuori degli assedianti muniti solo di scale, arieti, al massimo torri mobili, ma con i cannoni venivano giù come fossero di sabbia. Servivano fortezze con mura più massicce, e quindi tutta una nuova complessa scienza di fronti bastionati. Era il XV secolo.
Ora, anche se è da un po’ che i baluardi non vengono usati militarmente, il baluardo è rimasto metafora di protezione, di difesa, di riparo, con una marcata sfumatura di solidità, di validità, di corpo. Il quotidiano di valore è un baluardo della buona informazione, le piccole abitudini virtuose sono un baluardo contro la sciatteria, amici e amori sono baluardi di una vita piena. Spesso si sente anche parlare di ‘ultimo baluardo’, ma di solito è un’espressione che si trova in discorsi tanto enfatici: il baluardo non ha bisogno di essere dichiarato l’ultimo per dispiegare la sua importanza difensiva.
Ma c’è di più. Queste imponenti fortificazioni, col passare dei secoli e il mutare delle guerre e dell’urbanistica, hanno trovato impieghi civili - come dicevamo. Vista la loro ampiezza e il loro cingere la città, i baluardi sono stati delle ottime vie di circonvallazione (peraltro anche il termine ‘circonvallazione’ descrive un vallo, una trincea circolare, ma questa è un’altra storia). Dotati di alberature e carreggiate si sono fatti viali. Per l’esattezza boulevard, nome francese del baluardo.
I baluardi li conosciamo bene: sono l’ossatura delle fortificazioni rinascimentali ‘alla moderna’ che ammiriamo nelle nostre città, oggi perfetti per mostre d’arte e passeggiate panoramiche. Si dice baluardo sia un genere di terrapieni fortificati ideato per resistere agli assalti delle prime artiglierie, sia gli elementi angolari della cinta di questi terrapieni (anche detti bastioni). Le mura alte e turrite di concezione medievale erano ottime per tenere fuori degli assedianti muniti solo di scale, arieti, al massimo torri mobili, ma con i cannoni venivano giù come fossero di sabbia. Servivano fortezze con mura più massicce, e quindi tutta una nuova complessa scienza di fronti bastionati. Era il XV secolo.
Ora, anche se è da un po’ che i baluardi non vengono usati militarmente, il baluardo è rimasto metafora di protezione, di difesa, di riparo, con una marcata sfumatura di solidità, di validità, di corpo. Il quotidiano di valore è un baluardo della buona informazione, le piccole abitudini virtuose sono un baluardo contro la sciatteria, amici e amori sono baluardi di una vita piena. Spesso si sente anche parlare di ‘ultimo baluardo’, ma di solito è un’espressione che si trova in discorsi tanto enfatici: il baluardo non ha bisogno di essere dichiarato l’ultimo per dispiegare la sua importanza difensiva.
Ma c’è di più. Queste imponenti fortificazioni, col passare dei secoli e il mutare delle guerre e dell’urbanistica, hanno trovato impieghi civili - come dicevamo. Vista la loro ampiezza e il loro cingere la città, i baluardi sono stati delle ottime vie di circonvallazione (peraltro anche il termine ‘circonvallazione’ descrive un vallo, una trincea circolare, ma questa è un’altra storia). Dotati di alberature e carreggiate si sono fatti viali. Per l’esattezza boulevard, nome francese del baluardo.