Caffè
caf-fè
Significato Bevanda preparata grazie alla tostatura e macinazione dei chicchi di piante appartenenti al genere Coffea; locale pubblico assimilabile al bar
Etimologia dall’arabo qahwa, arrivato in italiano attraverso il turco kahve.
Parola pubblicata il 20 Dicembre 2019
Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini
Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.
Non a caso definito spesso ‘vino d’Arabia’, il caffè costituisce un legame fisico, quotidiano, alimentare tra oriente e occidente. La storia di questa parola è affascinante e nebulosa, giacché i lessicografi sono divisi tra diverse interpretazioni: da una parte c’è la parola qahiya, ovvero ‘mancanza di appetito’ — il caffè è una sostanza detta anoressizzante; da un’altra c’è quwwa, cioè ‘forza’, ‘potenza’ — per gli effetti rinvigorenti della bevanda; da un’altra ancora c’è la radice che vuole qahwa derivare dalla regione di Kaffa, in Etiopia, dove sembra che il caffè sia nato spontaneo e da cui si è poi diffuso in Arabia, ma molti sono i detrattori di quest’ultima ipotesi. Sicuro è che il porto yemenita di Mokha fu un centro di smercio molto importante, dal quale il caffè arabo partì per conquistare il mondo. Ecco perché la caffettiera Bialetti si chiama Moka!
Bere il caffè, nei paesi mediorientali, è un rituale, un bel momento di condivisione: l’ospite offre al visitatore la bevanda calda versata in bicchierini che sembrano quelli della grappa — quelli usati per il tè sono invece più grandi. Una volta che se ne ha avuto abbastanza, si porge il bicchiere scuotendolo leggermente per segnalare di non volerne più. Il caffè alla turca, invece, è servito in boccali più capienti, di modo da potervi leggere comodamente il futuro, una volta finito di sorbirlo.
Ecco, questa pianticina etiope si è diffusa in tutto il mondo, secoli fa, grazie al successo degli arabi nei commerci, ed oggi fa parte del nostro vivere quotidiano. Macchiato freddo, shakerato, americano, lungo, al vetro, d’orzo, espresso, ristretto, mocaccino, schiumato, corretto, Irish coffee, caffè dello studente… Ci vediamo per un caffè e mi racconti che è successo. Ha bevuto come una spugna, stasera, vado a preparargli un caffè con qualche goccia di succo di limone. Aspetta, finisco il caffè e arrivo. E niente, ci siamo presi un caffè e poi ci siamo scambiati il numero di telefono… il caffè è un’occasione sociale, un disimpegno, una malta dolceamara e profumatissima che cementa i mattoncini dei nostri rapporti interpersonali, spesso per ritrovarsi, talvolta per conoscersi, quotidianamente per risvegliarsi.