Chitarra
chi-tàr-ra
Significato Strumento musicale in legno, con cassa armonica a forma di otto e manico dotato di sei corde. Telaio in legno su cui sono tese numerose corde metalliche, sul quale si stendono le sfoglia di pasta da cui si ricavano gli omonimi spaghetti a sezione quadrata
Etimologia dal greco kithára ‘cetra’.
Parola pubblicata il 08 Giugno 2025
Le parole della musica - con Antonella Nigro
La vena musicale percorre con forza l'italiano, in un modo non sempre semplice da capire: parole del lessico musicale che pensiamo quotidianamente, o che mostrano una speciale poesia. Una domenica su due, vediamo che cos'è la musica per la lingua nazionale
Una delle parole della musica più antiche e blasonate è chitarra. E nonostante questo strumento sia popolarissimo, nasconde alcuni misteri.
Il busillis nasce dal fatto che molti cordofoni potrebbero essere i suoi progenitori, anche se hanno denominazioni completamente differenti, come ad esempio la vihuela. Oltretutto alcuni, come la cetra o il sitar (in persiano ‘tar’ significa corda), sono tra loro etimologicamente imparentati. Tra i possibili antenati della chitarra riportiamo il più sorprendente, scoperto ad Alacahüyük in Turchia su un bassorilievo risalente al 1300 a. C. circa:
Nell’antica Grecia esisteva la kithára, strumento a corde che i Romani chiamarono cĭthăra, ma era una sorta di cetra o di piccola arpa. Comunque, sul fronte dell’etimologia, gli studiosi concordano: dal momento che la kithára è già presente nell’Iliade omerica, il termine greco é considerato il capostipite. In italiano la parola è attestata per la prima volta con Cecco Angiolieri.
Di conseguenza, rimane aperta una questione: la chitarra è il punto d’arrivo di uno strumento autoctono europeo, oppure nel Medioevo la qīṯāra venne portata dagli arabi in Spagna, e da lì nel resto del mondo?
Comunque, uscita dal ginepraio delle origini, la chitarra frequentò la società moderna, dove si distinse per il timbro piacevole, le notevoli possibilità espressive, le dimensioni contenute, il peso leggero e le peculiarità polifoniche. Si dimostrò un’accompagnatrice ideale per il canto e un ottimo strumento solista. Perciò, con alterne fortune, raggiunse ogni strato sociale, da quello popolare fino a quello colto.
Chitarre simili a quelle odierne comparvero tra il Settecento e l’Ottocento in Spagna, in Francia e in Italia. Nella seconda metà dell’Ottocento, per la prima volta nella sua storia, la chitarra raggiunse dimensioni e forma standard. Poi, le corde in budello divennero obsolete a causa dell’introduzione nel 1946 di quelle in nylon, che si dimostrarono superiori, per la durata e per la capacità di tenere l’intonazione.
La chitarra s’imbraccia con il manico a sinistra e la cassa viene accostata al centro del corpo dell’esecutore. Invece i mancini, com’era il mitico Jimi Hendrix, montano le corde in ordine inverso suonando con il manico a destra. Nell’uso tradizionale, le dita della mano destra pizzicano le corde, mentre quelle della sinistra si posizionano sulla tastiera, determinando l’altezza dei suoni.
La chitarra classica è costituita da una cassa di legno sagomata a forma di otto, con un ampio buco sul piano anteriore e un lungo manico su cui sono tese sei corde. Sparsi nel tempo e nello spazio, esistono numerosi strumenti derivati, come l’ukulele o il cuatro. Un posto speciale è occupato dalla chitarra flamenca, che accompagna il cante jondo, mentre i danzatori scandiscono i loro passi al ritmo concitato della musica.
Tra i numerosi chitarristi che hanno scritto la storia della musica, ricordiamo solo Andrés Segovia e il duo dei primi anni Sessanta formato dai coniugi francesi Ida Presti e Alexandre Lagoya. Ai vertici della composizione dedicata a questo strumento si trovano Fernando Sor (1778-1839), Mauro Giuliani (1781-1829), Francisco Tárrega (1852-1909), e l’indio Augustín Barrios Mangoré (1885-1944).
Frattanto, nel Novecento erano nate le prime chitarre elettriche, che esplorarono sonorità e generi prima impensabili, dal jazz al blues, fino al reggae e oltre.
Concludiamo però con un omaggio a Federico García Lorca, che chiamò la chitarra Polifemo de oro, perché la cassa lignea dello strumento, di colore dorato, presenta nella parte frontale il grande ‘monocolo’. Nei suoi versi, con una metamorfosi poetica, l’aureo ciclope abbraccia ‘sei donzelle', le sei corde, tre di budello e tre d’argento.