Polifonia
Le parole della musica
po-li-fo-nì-a
Significato Composizione musicale formata da una pluralità di melodie diverse e simultanee, con andamento ritmicamente indipendente
Etimologia prestito moderno dal greco antico polyphonía, composto di poly- ‘molto’ e phoné ‘suono, voce’.
- «Senti? È un'odorosa polifonia di spezie aromatiche.»
Parola pubblicata il 22 Ottobre 2023
Le parole della musica - con Antonella Nigro
La vena musicale percorre con forza l'italiano, in un modo non sempre semplice da capire: parole del lessico musicale che pensiamo quotidianamente, o che mostrano una speciale poesia. Una domenica su due, vediamo che cos'è la musica per la lingua nazionale
In senso lato la musica occidentale odierna è tutta polifonica, se con questa parola vogliamo intendere la musica non monodica. Breve inciso: la musica monodica è quella in cui una voce o uno strumento, ma anche più voci e strumenti insieme, eseguono una melodia all’unisono o all’ottava, in omofonia e omoritmia.
Il canto gregoriano è monodico; lo sono anche alcune musiche del repertorio popolare oppure quelle che appartengono a culture differenti dalla nostra, dove sono ancora vive e vitali.
La polifonia classica è una speciale unione di più linee melodiche insieme; è un prodotto tra i più raffinati dell’arte musicale, il punto d’arrivo, la vetta suprema di un’arte sublime che raggiunse la perfezione nel Rinascimento. Un compositore può optare per uno stile musicale dove abbia più importanza l’effetto armonico generale, oppure può scegliere di comporre ricercando la bellezza delle singole linee melodiche.
Proviamo allora a tracciare una mappa per orientarci su come riconoscere una composizione polifonica classica dalle altre. Uno dei primi tratti caratteristici sono le entrate scalari delle voci in imitazione o in canone, come in questo caso.
Ogni parte presenta un’idea musicale che viene ripresa dalle altre voci. Se questo vi ricorda la fuga… bravissimi! La fuga, sviluppatasi dal ricercare, è un’altra forma che può fregiarsi a pieno titolo dell’aggettivo ‘polifonico’, anche se in un contesto barocco la gerarchia armonico-tonale ha un ruolo rilevante e presuppone l’osservanza di alcune regole inderogabili.
Una composizione polifonica può includere episodi omoritmici, magari per dare rilievo a particolari momenti, come abbiamo visto a proposito del noema, ma le parti che formano la trama polifonica sono tra loro ritmicamente indipendenti. Una voce può eseguire una semibreve contemporaneamente a un’altra che canta due minime o a un’altra ancora che tace, per la durata di una o più pause, e così via.
Va da sé che, nel caso della musica vocale, il testo non viene pronunciato simultaneamente, ma è spesso sfasato, o è addirittura differente da una voce all’altra: in quest’ultimo caso la composizione è politestuale.
La polifonia provocò feroci polemiche, intanto nella chiesa cattolica, poiché è chiaro che le imitazioni e le sfasature testuali contribuivano a non far capire le parole. Le cose non andavano meglio tra i propugnatori del nuovo stile monodico, da cui nascerà l’opera. Come suscitare i sentimenti degli ascoltatori, se le parole non sono intelligibili?
In poco tempo, la polifonia perderà sempre più terreno in questa battaglia, ma sopravviverà, anche sfruttando l’affermazione crescente della musica strumentale, priva di testo.
In Italia, solo nell’Ottocento il termine polyphonia assunse la forma attuale, polifonia, e così venne impiegato anche nel linguaggio letterario del Novecento, seppure raramente.
Montale dipinse la sua fuggevole visione degli agrumi liguri ricorrendo alla parola polifonia, fonicamente simile a policromia, dando origine a una sinestesia preziosa e non scontata.
Ma la parola si può usare anche in senso figurato, magari per indicare in modo un po’ altisonante la polifonia dei popoli nella storia o, più semplicemente, quella degli usignoli notturni in amore.
Una considerazione: la SIAE, società italiana che tutela il diritto d’Autore, offre ai musicisti esclusivamente la tutela della melodia da loro composta; l’armonia non conta in quanto è considerata «arrangiamento». Chissà, un avvocato che si trovasse a difendere una causa di plagio per una composizione polifonica, forse dovrebbe studiare un po’ di contrappunto?