Fuga

Le parole della musica

fù-ga

Significato Atto del fuggire. In musica: complessa forma polifonica in cui le parti sono tra loro in contrappunto e in imitazione

Etimologia voce dotta recuperata dal latino fuga, derivato da fùgere ‘fuggire’.

‘Fuga’, è un termine dai significati ampi e versatili, molti dei quali estremamente comuni. La conosciamo in particolare come allontanamento rapido per timore, al fine di evitare danni e pericoli, o come fuoriuscita — pensiamo a quella di gas o di cervelli. Ma è un concetto importante anche in architettura, in quanto serie di elementi che, messi uno di seguito all’altro a distanza regolare, danno l’effetto prospettico di uno slancio in avanti, di una fuga architettonica. E in musica che trova la sua celebrità globale.

La fuga musicale può essere considerata sia una tecnica contrappuntistica che una forma. Il concetto alla base è quello dell’imitazione tra le parti, vale a dire che ognuna ripete la proposta melodica enunciata da un’altra; perciò bisogna considerare che la fuga è una forma polifonica e non monodica. L’elemento melodico principale, chiamato ‘soggetto’, è imitato da tutte le parti e queste sembrano inseguirsi l’un l’altra, come in una mimesi di caccia vera e propria.

Forse l’arte venatoria ci ha messo lo zampino, almeno idealmente: nel XIV secolo il termine fu introdotto insieme ai suoi equivalenti in volgare chace, caccia e similari. Infatti in latino fuga è correlato sia a fùgere ‘fuggire’, che a fugàre ‘inseguire, cacciare’.

Nonostante la fuga sia una delle forme compositivamente più difficili, l’inventiva dell’autore può comunque disporre di una certa libertà al suo interno. Le regole non mortificano la creatività; al contrario, possono costituire una sfida per l’estro e per la mente, alla ricerca di soluzioni ingegnose quanto esteticamente valide. Così, nel corso della storia, la fuga acquisì una notevole varietà di significati musicali e fu impiegata in moltissimi contesti. Nel Rinascimento erano già presenti e ben definiti alcuni suoi illustri antenati: il mottetto, in campo vocale, e il ricercare, in quello strumentale.

La struttura generale della fuga ‘classica’ è indicativamente formata da tre grandi sezioni: esposizione (iniziale), divertimenti (centrali) e stretti (finali), ma non è uno schema rigido. L’esposizione è la parte più importante, durante la quale si combinano il soggetto, la risposta, il controsoggetto, la coda e le parti libere. L’idea musicale che ascoltiamo per prima, all’inizio, è il soggetto; caratterizza la composizione e viene riproposto sino alla fine, anche variato o solo come frammento. Proprio per la sua importanza è in genere breve e incisivo. La risposta non è altro che lo stesso soggetto proposto, di solito, sul quinto grado. Per esempio, questo è il soggetto della Fuga in Mi bemolle maggiore dal secondo libro del Clavicembalo ben temperato di Johann Sebastian Bach:

E questo è il controsoggetto,

che accompagna il soggetto, o la risposta, in contrappunto doppio, ossia rovesciabile. Vale a dire che funziona sia quando si trova sopra al soggetto (o alla risposta), sia sotto. È forse uno degli artifici più interessanti da comprendere.

Se la risposta esegue l’identica melodia del soggetto, la fuga si chiama ‘reale’; viceversa, se presenta alcune piccole modifiche intervallari (‘mutazioni’), la fuga sarà ‘tonale’. Ed ecco il risultato!

Insomma, la fuga è una forma affascinante che costituisce la summa e la vetta dell’arte compositiva più complessa, tanto da annoverare i massimi capolavori della musica occidentale. Le fughe di Bach sono ritenute tra quelle esemplari del genere. Le più ammirate provengono di solito dalla sua produzione organistica, ma anche dal Clavicembalo ben temperato, come abbiamo visto sopra. Non sono mancate fughe scritte in epoche successive a quella barocca. Basti pensare alla fuga all’interno della Sonata n. 31 op. 110 di Beethoven, ai Preludi e fughe di Mendelssohn, fino allo spassoso finale del Falstaff verdiano («Tutto nel mondo è burla»), solo per citarne alcune. Nel Novecento va menzionato soprattutto Paul Hindemith con il suo Ludus tonalis.

Venerdì è scomparso un mio fraterno amico, Mario D’Agosto, eccellente liutista, di grande sensibilità artistica, che si era recentemente iscritto alla nostra comunità UPAG seguendola con interesse. Vi propongo come ascolto la Fuga in Sol minore, detta ‘del signor Bach’, nella raffinata versione per liuto, tratta dal doppio CD in cui Mario registrò l’intera produzione liutistica di Johann Sebastian Bach. Per chi crede, una preghiera.

Parola pubblicata il 23 Maggio 2021

Le parole della musica - con Antonella Nigro

La vena musicale percorre con forza l'italiano, in un modo non sempre semplice da capire: parole del lessico musicale che pensiamo quotidianamente, o che mostrano una speciale poesia. Una domenica su due, vediamo che cos'è la musica per la lingua nazionale