Coatto

co-àt-to

Significato Imposto con la forza, obbligato; pensiero o impulso percepito come estraneo ma ineludibile; come sostantivo, soggetto a domicilio coatto, delinquente, ma anche individuo rozzo

Etimologia dal latino coactus, participio passato di cògere ‘costringere’.

Questa parola ha un nocciolo di significato molto preciso. Letteralmente il coactus latino è infatti ciò che è costretto, obbligato.

Molti usi di questo termine, specie in veste di aggettivo, sono propriamente inscritti in questo nocciolo, e prendono i colori di ciò che è imposto con la forza: si può pensare all’accompagnamento coatto del testimone recalcitrante, al lavoro coatto a cui il debitore viene costretto, al divieto coatto posto allo svolgimento di una manifestazione. In psicologia questa imposizione si arricchisce di una notevole complessità scientifica, per cui viene detto coatto il pensiero, l’idea, l’impulso morboso che, pur riconosciuto come estraneo da chi lo vive, sia per lui del tutto ineludibile - prendendo quindi i profili di un’ossessione, che ha tutti i caratteri di un obbligo sofferto.

Ora, nel passaggio a sostantivo l’addentellato è il “domicilio coatto” (oggi lo chiameremmo “obbligo di soggiorno”), misura di prevenzione penale che consiste giusto nell’imposizione di un certo domicilio. Il coatto diventa così colui a cui è stato imposto il domicilio coatto - di solito, un delinquente. specie in romanesco questo sostantivo è arrivato a indicare anche il detenuto e l’emarginato vicino al mondo del crimine: diventa così il personaggio che, se non è malavitoso, alla malavita si ispira per i suoi comportamenti. In senso più generico - e con una diffusione più vasta - rimane il tanghero, l’individuo rozzo, volgare per modi e gusti. Per esempio mia zia mi diceva che il mio orecchino è da coatto, l’occasionale compagnia di coatti ci può divertire, e riprendiamo l’amico dicendogli che la sua risposta è stata da coatto, e di scusarsi.

Partendo da un registro elevato è arrivata fino ai gerghi giovanili: una parola davvero vitale.

Parola pubblicata il 10 Settembre 2017