Colosso

Colosso fu il nome dato, in antichità, ad alcune statue di eccezionale grandezza: fu chiamata così la statua di Nerone eretta a Roma vicino a dove sarebbe poi stato costruito il Colosseo; furono chiamati così le statue gemelle del faraone Amenhothep III, costruite presso la necropoli di Tebe; e questo fu anche il nome della gigantesca statua costruita all’ingresso del porto di Mandraki, a Rodi. L’immagine del colosso è quindi diventata una colorita antonomasia per indicare persone - fisicamente o idealmente - di grandissima statura. E parimenti il colossale ha acquisito il significato generico di gigantesco.

Senza dubbio il colosso più celebre della storia è il Colosso di Rodi. Si trattava di una statua alta più di trenta metri, che fu costruita agli inizi del III secolo avanti Cristo per celebrare la protezione offerta all’isola dal dio Helios: infatti Rodi, contro ogni previsione, aveva resistito con successo ad un durissimo assedio, nel quadro delle guerre di successione conseguite alla morte di Alessandro Magno. L’autore di questa maestosa opera fu Carete di Lindo, allievo del grande Lisippo, che la realizzò creando uno scheletro di pietra e metallo, rivestendolo poi con placche di bronzo, foggiate in modo da comporre una figura umana. Si racconta che come impalcatura per la costruzione sia stata usata una grande torre d’assedio abbandonata a Rodi dagli assedianti in fuga.

Era davvero una presenza maestosa, che attirava torme di visitatori: coi due piedi - si dice - il Colosso poggiava sulle due estremità dei moli esterni del porto, e le navi, per entrarvi, ci dovevano passare sotto. Probabilmente era stato attrezzato per fungere anche da faro.

Fra le Sette Meraviglie del Mondo antico è stata forse la meno longeva: passarono meno di sessant’anni, prima che un terremoto la abbattesse, facendola cadere in mare. Rimase però sdraiata sul fondale presso il porto per otto secoli; fu scomposta e… riciclata quando l’isola di Rodi passò in mano araba.