SignificatoAgitato, che manifesta emozione; vivace, incalzante
Etimologia da concitare, uguale in latino da cui è recuperato come voce dotta, intensivo di concire o conciere ‘eccitare, incitare’, derivato di ciere ‘muovere, agitare, chiamare’.
Per quanto sia comunemente noto e usato, questo è un aggettivo sottile e incisivo, e ha una grazia profonda che merita ragione.
Se dicessimo che è sinonimo di ‘agitato’ non saremmo fuori strada, anzi; ma nel concitato troviamo un movimento più complesso. Dico un movimento perché anche se l’agitato, l’eccitato, l’incitato, il concitato non evocano gesti precisi, sono qualità di inquietudine vibrante, mossa, che si declina in maniere diverse.
Se l’agitato, dentro, fuori, frigge palpita e si rivolge, il concitato colloca questa inquietudine emozionata in una situazione. Quel ‘con-‘, al solito, è tutto: evoca insieme, relazione, e fa del concitato una manifestazione di sentimento echeggiante - ne trema l’aria. Insomma, posso essere agitato o eccitato nel pozzo astratto della mia mente, ma il concitato chiede circostanze, se non addirittura condivisione. Inoltre non si presenta in maniera direzionata: l’eccitato esonda da dentro a fuori, l’incitato a capofitto si volge in un verso - il concitato no. Il concitato, nel manifestare l’emozione agitata, echeggia, si riprende, interferisce, comunica. Tanto da diventare anche il vivace, l’incalzante, mai in un tratto singolo astratto, sempre in una dinamica viva concreta.
Ci ricordiamo il momento concitato dell’esposizione dei quadri coi voti dopo l’esame di maturità; sentendoci la pressione addosso diamo una risposta concitata prendendoci meno tempo di quanto sarebbe stato saggio fare; la ricerca concitata della chiave nella sabbia si conclude con un sospiro di sollievo; il ritmo concitato della canzone si scioglie in un ritornello ampio.
È curioso come una parola così difficile sia usata con tanta disinvoltura.
Per quanto sia comunemente noto e usato, questo è un aggettivo sottile e incisivo, e ha una grazia profonda che merita ragione.
Se dicessimo che è sinonimo di ‘agitato’ non saremmo fuori strada, anzi; ma nel concitato troviamo un movimento più complesso. Dico un movimento perché anche se l’agitato, l’eccitato, l’incitato, il concitato non evocano gesti precisi, sono qualità di inquietudine vibrante, mossa, che si declina in maniere diverse.
Se l’agitato, dentro, fuori, frigge palpita e si rivolge, il concitato colloca questa inquietudine emozionata in una situazione. Quel ‘con-‘, al solito, è tutto: evoca insieme, relazione, e fa del concitato una manifestazione di sentimento echeggiante - ne trema l’aria. Insomma, posso essere agitato o eccitato nel pozzo astratto della mia mente, ma il concitato chiede circostanze, se non addirittura condivisione. Inoltre non si presenta in maniera direzionata: l’eccitato esonda da dentro a fuori, l’incitato a capofitto si volge in un verso - il concitato no. Il concitato, nel manifestare l’emozione agitata, echeggia, si riprende, interferisce, comunica. Tanto da diventare anche il vivace, l’incalzante, mai in un tratto singolo astratto, sempre in una dinamica viva concreta.
Ci ricordiamo il momento concitato dell’esposizione dei quadri coi voti dopo l’esame di maturità; sentendoci la pressione addosso diamo una risposta concitata prendendoci meno tempo di quanto sarebbe stato saggio fare; la ricerca concitata della chiave nella sabbia si conclude con un sospiro di sollievo; il ritmo concitato della canzone si scioglie in un ritornello ampio.
È curioso come una parola così difficile sia usata con tanta disinvoltura.