Contest
còntest
Significato Concorso, gara
Etimologia voce inglese, dal latino contestari (litem) ‘chiamare a testimoniare, portare ad agire’, attraverso il francese contester.
Parola pubblicata il 29 Maggio 2020
L'anglicismo e il gentiluomo - con Eleonora Mamusa
Di nuovo sul fronte sempre caldo, interessante e scivoloso degli anglicismi: stavolta a venerdì alterni con Eleonora Mamusa, linguista e lessicografa - per riuscire a strutturare in merito idee più confacenti.
Salito alla ribalta molto recentemente (l’ingresso ufficiale avviene nei primi anni del 2000, ma la vera e propria esplosione si ha con la diffusione dei social media e delle gare digitali), il contest subentra in specifici ambiti al nostro concorso. Lo agevola, senza dubbio, il fatto che non ci suoni per nulla nuova come parola: contestare è infatti un verbo usatissimo nella nostra lingua, ma con ben altri significati, e qua si sommano e intrecciano dei percorsi tra i quali è delizioso perdersi e un po’ difficile districarsi. Potremmo dire, forse, che in italiano la rabbia e la passione che si mettono nella contestazione sembrano essere meno adatte a descrivere l’atto di competere in una gara, quasi si perdesse la carica: qui lo scopo, come dice il nostro concorrere, pare allora più quello di misurarsi con gli altri e dare il proprio contributo che quello di lottare per vincere il premio.
Questi esiti potranno stupire, dato che probabilmente tutto diremmo tranne che gli italiani non sappiano essere competitivi, eppure quest’ultimo termine sembra confermare la diversa prospettiva adottata dalla nostra lingua: sia l’aggettivo competitivo che il sostantivo competizione, nel senso di contrasto tra persone che cercano di superarsi, derivano sì dal tardo latino competitio, ma tornano in italiano proprio attraverso l’inglese competitive e competition.
Allora è come se, essendoci in palio una ricompensa importante, l’italiano avesse deciso di focalizzarsi sul correre assieme per raggiungere quello stesso obiettivo più che sullo scontrarsi per acciuffarlo. Quindi forse, nel contest bandito sui social che promette di eleggere la migliore fotografia e mette in movimento un tale florilegio di bellezza, a maggior ragione dovremmo dare valore all’apporto di tutti i partecipanti e non alla battaglia per raggiungere la vetta, e continuare (o ricominciare) chiamarlo concorso fotografico.
E a proposito di bellezza, merita una nota finale il prestito beauty contest, che in inglese è principalmente il classico concorso di bellezza ma anche, in maniera informale e critica, una sfida tra istituzioni o tra politici giocata tutta o quasi completamente sull’apparenza piuttosto che sulla sostanza, e che in italiano scivola fino ad indicare, proprio su questa base, una gara per l’assegnazione di un bene o la fornitura di un servizio a cui sono ammessi solo soggetti in possesso di determinate caratteristiche, che vengono poi comparate per stabilire quale sia il migliore.