SignificatoSchiacciato, tritato; profondamente pentito e addolorato
Etimologia dal latino contritus, participio… passato di contèrere triturare, logorare, sopraffare, composto di con e terere strofinare.
Nei suoi significati concreti, questa parola è quasi completamente desueta. Chi mai parlerebbe di agli contriti o della contrizione delle noci? Parrebbe una favola culinaria in cui certi ingredienti si sono pentiti amaramente di qualcosa (imperdibile, qualcuno dovrebbe certo scriverla). Infatti, questa parola vive soprattutto nel significato figurato che le fu attribuito in seno al latino ecclesiastico, e cioè un essere pentiti profondamente e addolorati rispetto a una propria colpa.
Certo non è l’unica parola della nostra lingua a denotare grossomodo un significato del genere - ma ha dei connotati forti e molto specifici. Infatti ci dipinge tutta la sofferenza per il peso della colpa con l’immagine di uno stritolamento interiore, morale, che lascia non semplicemente a pezzi, ma spiaccicati, triturati. (Perdinci, hardcore!)
Capiamo subito la differenza rispetto a possibili sinonimi come avvilito, mortificato, desolato, o perfino affranto - che pure ha un che di affine per via di quel ‘frangere’ che ci racconta una rottura. È qualcosa di più intimo, di più schiacciante e ben più grave. Quando un amico si mostra contrito per quello che ci ha detto, vuol dire che lo vediamo proprio stritolato dal senso di colpa; quando - fortuna non voglia - succede di causare un incidente in cui qualcuno si fa un po’ male, ci si affossa nella contrizione; e dall’espressione contrita del volto si intuisce la sincerità e l’amarezza del pentimento.
Una risorsa espressiva raffinata, e dal significato eccezionalmente tornito.
Nei suoi significati concreti, questa parola è quasi completamente desueta. Chi mai parlerebbe di agli contriti o della contrizione delle noci? Parrebbe una favola culinaria in cui certi ingredienti si sono pentiti amaramente di qualcosa (imperdibile, qualcuno dovrebbe certo scriverla). Infatti, questa parola vive soprattutto nel significato figurato che le fu attribuito in seno al latino ecclesiastico, e cioè un essere pentiti profondamente e addolorati rispetto a una propria colpa.
Certo non è l’unica parola della nostra lingua a denotare grossomodo un significato del genere - ma ha dei connotati forti e molto specifici. Infatti ci dipinge tutta la sofferenza per il peso della colpa con l’immagine di uno stritolamento interiore, morale, che lascia non semplicemente a pezzi, ma spiaccicati, triturati. (Perdinci, hardcore!)
Capiamo subito la differenza rispetto a possibili sinonimi come avvilito, mortificato, desolato, o perfino affranto - che pure ha un che di affine per via di quel ‘frangere’ che ci racconta una rottura. È qualcosa di più intimo, di più schiacciante e ben più grave. Quando un amico si mostra contrito per quello che ci ha detto, vuol dire che lo vediamo proprio stritolato dal senso di colpa; quando - fortuna non voglia - succede di causare un incidente in cui qualcuno si fa un po’ male, ci si affossa nella contrizione; e dall’espressione contrita del volto si intuisce la sincerità e l’amarezza del pentimento.
Una risorsa espressiva raffinata, e dal significato eccezionalmente tornito.