SignificatoAzione volta a infastidire qualcuno; irritazione; indifferenza, sdegno
Etimologia dal latino despectus disprezzo, participio passato di despicere guardare dall’alto in basso, composto di de verso il basso e spicio guardo.
Questa parola nasce con un significato molto più intenso di quello che veste solitamente oggi. Infatti il dispetto ha, come significato originario, quello di disprezzo superbo, e più concretamente di offesa. Adesso l’onda lunga di questo senso resta in espressioni come “a dispetto di”, che pur valendo come un “nonostante”, trasmette con grande forza un’indifferenza colorata di sdegno. A esempio, posso partecipare alla gara a dispetto dei moniti del medico.
Il significato più comune di questa parola è oggi l’azione che ha come unico fine quello di infastidire qualcuno: certo non è un’azione rispettosa, ma il dispetto è una malignità fanciullesca, che non ha nulla a che vedere con un attacco serio e maturo. I bambini si fanno dispetti per darsi noia, e per dispetto il burocrate scorda la nostra pratica. Per estensione, dispetto passa anche a significare un sentimento di irritazione e stizza: si può provare dispetto per la vittoria altrui, o avere dispetto del fatto che l’ex ha portato con sé la nuova ragazza.
Il percorso di questa parola è interessante e bello: lo spregio e l’offesa vengono qui ridimensionati in un paradigma di invidia e fastidio, tanto da rendere ridicola l’immagine etimologica di una superbia che guarda dall’alto in basso.
Questa parola nasce con un significato molto più intenso di quello che veste solitamente oggi. Infatti il dispetto ha, come significato originario, quello di disprezzo superbo, e più concretamente di offesa. Adesso l’onda lunga di questo senso resta in espressioni come “a dispetto di”, che pur valendo come un “nonostante”, trasmette con grande forza un’indifferenza colorata di sdegno. A esempio, posso partecipare alla gara a dispetto dei moniti del medico.
Il significato più comune di questa parola è oggi l’azione che ha come unico fine quello di infastidire qualcuno: certo non è un’azione rispettosa, ma il dispetto è una malignità fanciullesca, che non ha nulla a che vedere con un attacco serio e maturo. I bambini si fanno dispetti per darsi noia, e per dispetto il burocrate scorda la nostra pratica. Per estensione, dispetto passa anche a significare un sentimento di irritazione e stizza: si può provare dispetto per la vittoria altrui, o avere dispetto del fatto che l’ex ha portato con sé la nuova ragazza.
Il percorso di questa parola è interessante e bello: lo spregio e l’offesa vengono qui ridimensionati in un paradigma di invidia e fastidio, tanto da rendere ridicola l’immagine etimologica di una superbia che guarda dall’alto in basso.