Ellittico
el-lìt-ti-co
Significato Che ha forma d’ellisse o è proprio della figura dell’ellisse. Che presenta un’ellissi, omissione di una o più parole che la costruzione grammaticale richiederebbe; sintetico, allusivo, elusivo
Etimologia voce dotta recuperata dal greco elleiptikós, da élleipsis ‘ellisse, mancanza’.
Parola pubblicata il 09 Ottobre 2022
Ci sono due cugini identici nell’aspetto, ma i loro genitori, fratelli gemelli dalla personalità diversissima, in italiano hanno cercato di farsi un taglio di capelli diverso per distinguersi. Questa è la situazione genealogica e cosmetica della parola, anzi delle due parole cugine che consideriamo oggi, e che si scrivono entrambe ‘ellittico’, figlie dell’ellisse e dell’ellissi — una è una parola della geometria, una è una parola della linguistica e della retorica.
Il nonno è il greco élleipsis ‘mancanza, difetto’: proviene dal verbo elléipein ‘far difetto’, un derivato di leípo ‘mancare’ col prefisso en- ‘dentro’. Uno dei due gemelli ha preso la via della geometria, dicevamo, in qualità di ‘cerchio difettoso’. È l’ellisse (in italiano si differenzia finendo in ‘e’), che chi teme la geometria può accontentarsi di vedere come un ovale, ma che un po’ più precisamente è quella linea individuata da tutti i punti per cui è uguale la somma delle distanze da due punti fissi, detti ‘fuochi’ dell’ellisse (è il cosiddetto luogo geometrico dei punti così individuati).
In pratica, fissiamo con due puntine una cordicella lente sul foglio: la tendiamo con la punta della matita, e tracciando sul foglio la curva che risulta otteniamo un’ellisse: la V si deforma sul foglio, cambiano le due distanze dall’uno e dall’altro fuoco, ma la loro somma (che è la cordicella stessa) resta fissa. La spiegazione figurativa è da Math Open Reference.
L’ellittico è quindi semplicemente ciò che ha forma d’ellisse: possiamo parlare delle orbite ellittiche dei corpi celesti, della pianta ellittica dell’anfiteatro romano, o dell’amore barocco per le forme ellittiche, che si vede bene nella chiesa di Sant’Andrea al Quirinale di Bernini, o di San Carlo alle Quattro Fontane di Borromini.
Più complesso è l’altro ellittico, quello linguistico e retorico.
Se l’ellisse si chiama così per l’idea bislacca che sia un cerchio manchevole, l’ellissi (che finisce con la ‘i’) invece è letteralmente un’omissione. «A ciascuno il suo», oltre a essere un romanzo di Sciascia è anche un modo di dire ricorrente, ma non ha il verbo! A ciascuno spetta?, tocca il suo? È un caso di ellissi, ed è un’espressione ellittica. Come anche «Silenzio!», «Avanti!» e via dicendo.
Ma si tratta di un concetto versatile, che non si limita alle costruzioni grammaticali, ma abbraccia la galassia di ciò che viene omesso dal discorso — avvicinandosi al sintetico, all’allusivo e all’elusivo.
L’agenzia rilascia un comunicato stampa ellittico, che viene rilanciato con perplessità e interrogativi; «Ti sei fatto proprio un bel negozio» può essere una minaccia ellittica e terrificante; e non riusciamo a capire se le risposte ellittiche dell’amica sulla serata di ieri sono un buon segno o un cattivo segno.
In questo senso è un aggettivo elegante e letteralmente intelligente, perché si appunta su un’assenza, su una fretta, un’essenzialità che volentieri è più eloquente di ciò che trova spazio nelle parole. Nota, riconosce ciò che manca, e interpreta una funzione di questa mancanza. Potrebbe rendere più intelligenti anche noi.
Resta buffo l’intreccio etimologico, che spendo ancora due parole per chiarire: in entrambi i casi ‘ellittico’ è un adattamento moderno, seicentesco, del greco elleiptikós. Fra Cinque e Seicento era stato preso in prestito anche l’antecedente élleipsis, ma con due grafie (peraltro hanno oscillato e ancora un po’ oscillano) che hanno distinto il cerchio manchevole la manchevolezza del discorso, rispettivamente come ellisse ed ellissi. Due significati troppo distanti per rientrare in una parola sola, anche se nascono dalla stessa radice.