Forfait

Una parola? No, due. E sono note, ma il rapporto fra loro è curioso e complesso, e l’etimologia è interessantissima.

La voce francese ‘forfait’ significa ‘crimine’. È ciò che è fatto fuori dalla legge. Nel gergo sportivo questo termine indica il ritiro prima di una competizione, e il suo abbandono: la squadra, non presentandosi, dà forfait. Sembra un significato tranquillo, che cosa c’entra col misfatto? Be’, si arriva a questo significato attraverso la sconfitta causata da falli e irregolarità. Per estensione, si passa alla sconfitta a tavolino per rinuncia. E di qui al ritiro in senso lato: stasera non vengo al cinema, do forfait.

E che cosa c’entra il forfait inteso come prezzo globale per una prestazione spesso complessa? Tutti abbiamo sentito parlare di una cifra forfettaria che si paga al professionista, o di un forfait richiesto per un servizio. In effetti, in francese, ‘forfait’ ha anche il significato di ‘contratto a prezzo fisso’. Qui i linguisti si dividono. C’è chi, in questa pratica contrattuale, ipotizza che ai tempi ci potessero essere dei profili di illegalità - riconducendolo direttamente al forfait-crimine. Secondo altri, si tratta di una parola composta da un derivato del latino ‘forum’, cioè ‘mercato’, e ‘fait’, ‘fatto’: in questo modo il ‘forfait’ diventerebbe simpaticamente l”affare fatto’.

È un caso che ci rende molto bene la dimensione di quanto possano essere variabili e fertili gli esiti di una singola parola. O di due.