SignificatoDare una forma; indirizzare, improntare, caratterizzare; mettere al corrente, ragguagliare, dare notizie
Etimologia voce dotta recuperata dal latino informare, derivato di formare col prefisso in- ‘dentro’.
Alcune parole facili invece sono difficili, e se per accidente sono anche determinanti nel discorso pubblico, la situazione si fa delicata. ‘Informare’ ha dei significati correnti (anzi correntissimi), che però si trovano a valle nella sua progressione concettuale; ne conserva altri logicamente precedenti e meno comuni, che sanno spiegare e rendere conto della sua intera essenza.
Andando al punto, informare significa ‘dare forma’, ‘modellare’, ‘plasmare’. E questo non ci stupisce, visto che con estrema evidenza è un derivato di formare. Tale è il suo significato primo, in latino, quello da cui ogni altro consegue e che ci fa subito intendere la sua ampiezza.
Il significato proprio di ‘dare forma’ oggi in italiano è desueto. Con la sua radicale versatilità ha significato l’animare, il governare, il costituire, il guidare e via e via in una sequela di significati dei più disparati — di cui però oggi solo una manciata sono vitali.
Una delle fronde di significato più interessanti che ha preso è quella che lo avvicina all’improntare, all’indirizzare, al caratterizzare. Posso parlare di come un’esperienza specifica informi tutta l’opera di una certa autrice, dei criteri e delle idee che informano il disegno di legge, di un’atmosfera rilassata che ha informato il congresso, o di come lo zio informi la sua vita a una rigida condotta morale. Un permeare strutturale, ispiratore e conformatore — ed è un’accezione particolarmente rilevante, elegante e incisiva proprio perché conserva un contatto diretto ed evidente col plasmare primigenio.
Oggi se parliamo di ‘informare’, ci riferiamo però quasi sempre al mettere qualcuno al corrente di qualcosa, al ragguagliarlo. Non ha lo spessore di una trasmissione di conoscenza strutturata e matura, ha la superficialità tutta da interpretare di fatti e dati. Così ti posso informare che il treno è in ritardo («Per fortuna, perché sono in ritardo anch’io»), ti informo che sono stato io a buttare via la spazzatura che avevo chiesto a te di buttare, e non so se la pizzeria è aperta, m’informo.
Però l’informare, nelle società complesse, non ha questa immediatezza pratica e neutrale (al massimo un po’ astiosa, te l’avevo detto tre volte di buttarla via). I fatti e i dati pubblici che vengono riportati dalla categoria di professionisti dell’informazione, informano. Ma non tanto o non solo come ti informo che da domani la tessera non sarà più valida; il loro informare è nella quasi totalità dei casi un permeare strutturale, ispiratore e conformatore. In latino informare aveva anche i significati di istruire, ammaestrare. E di questa ambivalenza di concetto si deve avere piena consapevolezza: chi mi rende una notizia mi sta formando.
Alcune parole facili invece sono difficili, e se per accidente sono anche determinanti nel discorso pubblico, la situazione si fa delicata. ‘Informare’ ha dei significati correnti (anzi correntissimi), che però si trovano a valle nella sua progressione concettuale; ne conserva altri logicamente precedenti e meno comuni, che sanno spiegare e rendere conto della sua intera essenza.
Andando al punto, informare significa ‘dare forma’, ‘modellare’, ‘plasmare’. E questo non ci stupisce, visto che con estrema evidenza è un derivato di formare. Tale è il suo significato primo, in latino, quello da cui ogni altro consegue e che ci fa subito intendere la sua ampiezza.
Il significato proprio di ‘dare forma’ oggi in italiano è desueto. Con la sua radicale versatilità ha significato l’animare, il governare, il costituire, il guidare e via e via in una sequela di significati dei più disparati — di cui però oggi solo una manciata sono vitali.
Una delle fronde di significato più interessanti che ha preso è quella che lo avvicina all’improntare, all’indirizzare, al caratterizzare. Posso parlare di come un’esperienza specifica informi tutta l’opera di una certa autrice, dei criteri e delle idee che informano il disegno di legge, di un’atmosfera rilassata che ha informato il congresso, o di come lo zio informi la sua vita a una rigida condotta morale. Un permeare strutturale, ispiratore e conformatore — ed è un’accezione particolarmente rilevante, elegante e incisiva proprio perché conserva un contatto diretto ed evidente col plasmare primigenio.
Oggi se parliamo di ‘informare’, ci riferiamo però quasi sempre al mettere qualcuno al corrente di qualcosa, al ragguagliarlo. Non ha lo spessore di una trasmissione di conoscenza strutturata e matura, ha la superficialità tutta da interpretare di fatti e dati. Così ti posso informare che il treno è in ritardo («Per fortuna, perché sono in ritardo anch’io»), ti informo che sono stato io a buttare via la spazzatura che avevo chiesto a te di buttare, e non so se la pizzeria è aperta, m’informo.
Però l’informare, nelle società complesse, non ha questa immediatezza pratica e neutrale (al massimo un po’ astiosa, te l’avevo detto tre volte di buttarla via). I fatti e i dati pubblici che vengono riportati dalla categoria di professionisti dell’informazione, informano. Ma non tanto o non solo come ti informo che da domani la tessera non sarà più valida; il loro informare è nella quasi totalità dei casi un permeare strutturale, ispiratore e conformatore. In latino informare aveva anche i significati di istruire, ammaestrare. E di questa ambivalenza di concetto si deve avere piena consapevolezza: chi mi rende una notizia mi sta formando.