SignificatoDetto di pelo, ruvido, irto; irto di peli ruvidi o di aculei; scontroso, scostante; arduo, difficile da trattare o da capire
Etimologia dal latino hìspidus, voce di origine sconosciuta.
Quando su un dizionario si legge che dicesi ispido ciò che presenta numerosi elementi rigidi e pungenti, viene un po’ da sorridere: com’è astratta questa descrizione, rispetto alla barba ispida di due giorni del babbo o del marito! Eppure è un passo di astrazione necessario, l’unico che ci possa schiudere l’essenza dell’ispido.
Ora, il suo recupero dotto dal latino avviene già alle porte del Quattrocento; in questo passaggio perde gli usi figurati che aveva maturato (l’hispidus era anche il selvaggio, il rozzo) e conserva solo quello proprio che comunemente riferiamo al pelo. È ispido il pelo ruvido, duro, irto, e ciò che di un pelo simile è ricoperto: ispidi i capelli troppo corti (e ispida la testa che li porta), ispide le setole del pennello ma ispidi anche gli aculei del riccio, e la coperta di lana ispida punge ma scalda. Nei secoli successivi, l’ispido ispira dei nuovi significati figurati - intelligenti, penetranti.
Così come il pelo ispido non invita il tocco, la carezza, perché gratta anzi quasi ferisce, così l’ispido si cuce sul carattere di una persona, descrivendo lo scontroso, lo scostante, l’intrattabile - si dice anche ruvido, no? Ho parlato al telefono con un tizio ispido che però mi ha risolto il problema, quando ho fame divento particolarmente ispido, la tua risposta è stata ispida, è successo qualcosa? questo uso figurato dell’ispido riesce particolarmente brillante: quasi ci disegna le persone come fiere della foresta, irsute e selvatiche, magari con le spine.
Ma non finisce qui. Con una suggestione non troppo lontana da uno dei sensi latini dell’hispidus (il selvaggio, l’aspro riferito a un luogo), l’ispido diventa il tema o l’argomento arduo, che è difficile da trattare e difficile da capire. Ti metto in guardia sul diritto amministrativo, che è particolarmente ispido, gli insegnanti si confrontano su un punto ispido della programmazione, una questione di attualità si rivela ispida per via delle radici che affondano in un passato lontano. A dispetto dell’alta dotttrina delle discipline ispide, c’è del selvatico, in questa scarsa accessibilità - ma forse più che l’ispido del vello evoca l’ispido del rovo.
Si diceva: l’ispido presenta numerosi elementi rigidi e pungenti. Visti il mento non rasato, il collega burbero, la materia spinosa (!), è un’astrazione molto calzante.
Quando su un dizionario si legge che dicesi ispido ciò che presenta numerosi elementi rigidi e pungenti, viene un po’ da sorridere: com’è astratta questa descrizione, rispetto alla barba ispida di due giorni del babbo o del marito! Eppure è un passo di astrazione necessario, l’unico che ci possa schiudere l’essenza dell’ispido.
Ora, il suo recupero dotto dal latino avviene già alle porte del Quattrocento; in questo passaggio perde gli usi figurati che aveva maturato (l’hispidus era anche il selvaggio, il rozzo) e conserva solo quello proprio che comunemente riferiamo al pelo. È ispido il pelo ruvido, duro, irto, e ciò che di un pelo simile è ricoperto: ispidi i capelli troppo corti (e ispida la testa che li porta), ispide le setole del pennello ma ispidi anche gli aculei del riccio, e la coperta di lana ispida punge ma scalda. Nei secoli successivi, l’ispido ispira dei nuovi significati figurati - intelligenti, penetranti.
Così come il pelo ispido non invita il tocco, la carezza, perché gratta anzi quasi ferisce, così l’ispido si cuce sul carattere di una persona, descrivendo lo scontroso, lo scostante, l’intrattabile - si dice anche ruvido, no? Ho parlato al telefono con un tizio ispido che però mi ha risolto il problema, quando ho fame divento particolarmente ispido, la tua risposta è stata ispida, è successo qualcosa? questo uso figurato dell’ispido riesce particolarmente brillante: quasi ci disegna le persone come fiere della foresta, irsute e selvatiche, magari con le spine.
Ma non finisce qui. Con una suggestione non troppo lontana da uno dei sensi latini dell’hispidus (il selvaggio, l’aspro riferito a un luogo), l’ispido diventa il tema o l’argomento arduo, che è difficile da trattare e difficile da capire. Ti metto in guardia sul diritto amministrativo, che è particolarmente ispido, gli insegnanti si confrontano su un punto ispido della programmazione, una questione di attualità si rivela ispida per via delle radici che affondano in un passato lontano. A dispetto dell’alta dotttrina delle discipline ispide, c’è del selvatico, in questa scarsa accessibilità - ma forse più che l’ispido del vello evoca l’ispido del rovo.
Si diceva: l’ispido presenta numerosi elementi rigidi e pungenti. Visti il mento non rasato, il collega burbero, la materia spinosa (!), è un’astrazione molto calzante.