Etimologia dal francese mirabolant, derivato di myrobolan ‘mirabolano’, per accostamento scherzoso al latino mirari ‘stupirsi, sorprendersi’.
Davanti a una parola del genere, peraltro bellissima, pensare a certi discorsi sulla purezza della lingua e sulla corretta formazione delle parole fa sorridere.
Il mirabolano è una pianta, detta anche brombolo, amolo o rusticano, che è una sorta di prugno, e prende il suo nome dal greco myrobàlanon, letteralmente ‘ghianda profumata’ (myros è giusto ‘profumo’). L’inizio del suo nome - senza che c’entri niente - ha evocato all’orecchio francese il mirari latino, e quindi qualcosa che desta stupore, sorpresa. Così il mirabolano (o mirabolone) torna in italiano dall’esperienza francese con il significato specifico di fanfarone, di spaccone, di persona che racconta meraviglie esagerate. E il mirabolante segue.
Per mirabolante s’intende lo straordinario, lo stupefacente, il meraviglioso, con una possente carica d’inconseutudine se non di esagerazione. Come abbiamo visto non è un participio presente (non c’è il verbo ‘mirabolare’) però ne ha la forma, e questo, nel nostro orecchio, rileva. Infatti c’è un che di dinamico, nel mirabolante, già nel suono uno straordinario che si compie, quasi rocambolesco, quasi pirotecnico, quasi fantasmagorico. L’amico ci racconta delle mirabolanti avventure che ha vissuto in Thailandia (ma non era un viaggio organizzato?), con un bicchiere in più lo zio si abbandona a sproloqui mirabolanti, il libro che partiva noioso rivela una fantasia mirabolante.
Una parola comune e ricca, che accende il discorso.
Davanti a una parola del genere, peraltro bellissima, pensare a certi discorsi sulla purezza della lingua e sulla corretta formazione delle parole fa sorridere.
Il mirabolano è una pianta, detta anche brombolo, amolo o rusticano, che è una sorta di prugno, e prende il suo nome dal greco myrobàlanon, letteralmente ‘ghianda profumata’ (myros è giusto ‘profumo’). L’inizio del suo nome - senza che c’entri niente - ha evocato all’orecchio francese il mirari latino, e quindi qualcosa che desta stupore, sorpresa. Così il mirabolano (o mirabolone) torna in italiano dall’esperienza francese con il significato specifico di fanfarone, di spaccone, di persona che racconta meraviglie esagerate. E il mirabolante segue.
Per mirabolante s’intende lo straordinario, lo stupefacente, il meraviglioso, con una possente carica d’inconseutudine se non di esagerazione. Come abbiamo visto non è un participio presente (non c’è il verbo ‘mirabolare’) però ne ha la forma, e questo, nel nostro orecchio, rileva. Infatti c’è un che di dinamico, nel mirabolante, già nel suono uno straordinario che si compie, quasi rocambolesco, quasi pirotecnico, quasi fantasmagorico. L’amico ci racconta delle mirabolanti avventure che ha vissuto in Thailandia (ma non era un viaggio organizzato?), con un bicchiere in più lo zio si abbandona a sproloqui mirabolanti, il libro che partiva noioso rivela una fantasia mirabolante.
Una parola comune e ricca, che accende il discorso.