SignificatoRipulire da ciò che è inutile o dannoso; togliere la buccia a frutti e ortaggi; purificare
Etimologia voce dotta, recuperata dal latino tardo mundare, derivato di mundus ‘mondo, pulito’.
Non meniamo il can per l’aia: abbiamo un ‘mondo’ aggettivo (parente del ‘mondare’) che significa ‘pulito’ e un ‘mondo’ sostantivo che significa ‘universo’, ‘pianeta’ e simili. Fra di loro c’entrano qualcosa? Sono fratelli gemelli o sosia estranei? La risposta contiene un ‘forse’ ma tocca corde profonde. E no, il fatto che il sedano rapa sbucciato abbia la forma di un pianeta non c’entra: ce l’ha anche quando ha la buccia.
Ebbene, il mundus sostantivo (i cui significati oscillavano fra la volta celeste, l’universo, la terra, l’umanità) ricalcava il kósmos greco, da cui il nostro ‘cosmo’. Prima di maturare il significato celeste di ‘universo’, questo termine greco ha avuto quello di ‘ordine’. Ed ecco che s’intravede, forse, il punto.
Il mondo aggettivo, con la sua immagine di pulizia e di purezza, ci racconta il riflesso di un sistema, di un ordine - vuoi igienico, vuoi morale. Un ordine si compie in ciò che è mondo, e il mondo intero è ordinato. Se continuiamo dicendo che quello del mondo è un ordine netto (!) e in quanto tale evidente e ineludibile, e magari ancora pensando a quali sono i caratteri di lindore che contraddistinguono una casa, una persona, una vita ordinata, si capisce che se forse questi due ‘mondo’ scaturiscono dalla medesima cellula di certo sono concettualmente aggiogati; e ci lasciano a immaginare epoche lontane in cui i nostri avi avevano meno parole di noi, in cui ciascuna di esse era chiamata non a spiegare l’esattezza di un capello di realtà, ma a riconoscere i giganteschi tendini che la sorreggono.
Il mondare ci può parere un sinonimo del pulire, e questo è evidentemente corretto; ma è un pulire profondo, che toglie molto, non solo sporcizie superficiali. Toglie l’inutile o il dannoso che è parte di ciò che viene mondato - estirpando, tagliando, percuotendo. Infatti si monda il grano dalla lolla, si mondano le patate col coltello, si monda la risaia dalle erbe infestanti. Così come l’espiazione e il perdono ci mondano dal senso di colpa che ci ha messo radici in cuore: sempre una purificazione che va a fondo. Che compie o ristabilisce l’ordine.
Non meniamo il can per l’aia: abbiamo un ‘mondo’ aggettivo (parente del ‘mondare’) che significa ‘pulito’ e un ‘mondo’ sostantivo che significa ‘universo’, ‘pianeta’ e simili. Fra di loro c’entrano qualcosa? Sono fratelli gemelli o sosia estranei? La risposta contiene un ‘forse’ ma tocca corde profonde. E no, il fatto che il sedano rapa sbucciato abbia la forma di un pianeta non c’entra: ce l’ha anche quando ha la buccia.
Ebbene, il mundus sostantivo (i cui significati oscillavano fra la volta celeste, l’universo, la terra, l’umanità) ricalcava il kósmos greco, da cui il nostro ‘cosmo’. Prima di maturare il significato celeste di ‘universo’, questo termine greco ha avuto quello di ‘ordine’. Ed ecco che s’intravede, forse, il punto.
Il mondo aggettivo, con la sua immagine di pulizia e di purezza, ci racconta il riflesso di un sistema, di un ordine - vuoi igienico, vuoi morale. Un ordine si compie in ciò che è mondo, e il mondo intero è ordinato. Se continuiamo dicendo che quello del mondo è un ordine netto (!) e in quanto tale evidente e ineludibile, e magari ancora pensando a quali sono i caratteri di lindore che contraddistinguono una casa, una persona, una vita ordinata, si capisce che se forse questi due ‘mondo’ scaturiscono dalla medesima cellula di certo sono concettualmente aggiogati; e ci lasciano a immaginare epoche lontane in cui i nostri avi avevano meno parole di noi, in cui ciascuna di esse era chiamata non a spiegare l’esattezza di un capello di realtà, ma a riconoscere i giganteschi tendini che la sorreggono.
Il mondare ci può parere un sinonimo del pulire, e questo è evidentemente corretto; ma è un pulire profondo, che toglie molto, non solo sporcizie superficiali. Toglie l’inutile o il dannoso che è parte di ciò che viene mondato - estirpando, tagliando, percuotendo. Infatti si monda il grano dalla lolla, si mondano le patate col coltello, si monda la risaia dalle erbe infestanti. Così come l’espiazione e il perdono ci mondano dal senso di colpa che ci ha messo radici in cuore: sempre una purificazione che va a fondo. Che compie o ristabilisce l’ordine.