SignificatoPrevisione di eventi futuri fondata su segni premonitori; segno premonitore; presentimento
Etimologia dal latino praesagium, derivato di praesagus, composto di prae- e sagus ‘profetico’, a sua volta da sagire ‘avere fiuto, avere spirito fine’.
Il gusto profetico del presagio è particolarmente corposo, e non privo di sorprese.
Denota una previsione di eventi futuri che si basa su fatti e segni premonitori - e indica concretamente anche tali fatti e segni: così si traggono presagi sull’opportunità di un’impresa dagli eventi atmosferici (c’è il sole, vuol dire che devo iniziare ad andare a correre proprio oggi), ma si può anche vedere nell’incontro spiacevole un terribile presagio. Tale previsione, in maniera più intima, può anche diventare un presentimento: ho un buon presagio sull’esito della partita.
A questo tipo di previsione siamo soliti attribuire un carattere magico, che però viene ridimensionato dai nessi etimologici che si rivelano intorno a questa parola: il verbo latino sagire ci parla di un intuire, di un avere buon fiuto. Il presagio, più che da saperi occulti, è squadernato da uno spirito fine. E questo non stupisce: prevedere un evento in base a fatti osservabili non è necessariamente una questione magica. Tant’è che in meteorologia si parla di ‘presagi del tempo’ come sinonimo meno comune di ‘previsioni’. E addirittura, nel gergo della marina, si chiamano presagi i segnali con cui si avvertono i naviganti di imminenti eventi avversi.
Chiave di volta nel ricondurre questa parola nell’aia dell’intelligenza è il notare che, etimologicamente, è sorella del sagace.
Il gusto profetico del presagio è particolarmente corposo, e non privo di sorprese.
Denota una previsione di eventi futuri che si basa su fatti e segni premonitori - e indica concretamente anche tali fatti e segni: così si traggono presagi sull’opportunità di un’impresa dagli eventi atmosferici (c’è il sole, vuol dire che devo iniziare ad andare a correre proprio oggi), ma si può anche vedere nell’incontro spiacevole un terribile presagio. Tale previsione, in maniera più intima, può anche diventare un presentimento: ho un buon presagio sull’esito della partita.
A questo tipo di previsione siamo soliti attribuire un carattere magico, che però viene ridimensionato dai nessi etimologici che si rivelano intorno a questa parola: il verbo latino sagire ci parla di un intuire, di un avere buon fiuto. Il presagio, più che da saperi occulti, è squadernato da uno spirito fine. E questo non stupisce: prevedere un evento in base a fatti osservabili non è necessariamente una questione magica. Tant’è che in meteorologia si parla di ‘presagi del tempo’ come sinonimo meno comune di ‘previsioni’. E addirittura, nel gergo della marina, si chiamano presagi i segnali con cui si avvertono i naviganti di imminenti eventi avversi.
Chiave di volta nel ricondurre questa parola nell’aia dell’intelligenza è il notare che, etimologicamente, è sorella del sagace.