Soia
sò-ia
Significato Pianta leguminosa coltivata come foraggio, dai cui semi si ottiene farina, olio, latte, salse ecc
Etimologia per tramite dell’inglese soy o soya, dal giapponese 醤油 shōyu ‘salsa di soia’, che a sua volta deriva dal cinese 酱油 jiàngyóu, letteralmente ‘olio di salsa (di fagioli di soia fermentati)’.
Parola pubblicata il 18 Settembre 2020
Parole cinesi - con Francesco Nati
Le parole cinesi entrate in italiano non sono tante, ma sono importanti: in massima parte estremamente comuni, la loro storia è in grado di raccontarci uno dei contatti culturali più complessi e meno conosciuti che ci siano fra l'italiano e un'altra lingua. Le scopriremo un venerdì su due.
Tutti sentiamo parlare di tofu in insalata, hamburger vegani, zuppa di miso o cappuccino con latte di soia: sono tutti prodotti con un’eco orientale. Infatti la soia, o glycine max per gli agronomi, è originaria dell’estremo oriente, anche se già negli anni ‘80 era una delle coltivazioni più diffuse al mondo, con decine di milioni di ettari di terreno destinati a questo scopo — e anche oggi il suo successo è rampante. Tuttavia, l’elemento interessante è che il nome della pianta prende origine dal prodotto che l’ha resa famosa nel mondo: la salsa di soia.
I semi di soia furono inizialmente adattati alla coltivazione domestica nel nord-est della Cina già intorno all’XI secolo a.C.. Sotto la dinastia degli Han orientali (25-220 d.C.), come testimoniato dalle iscrizioni sui listelli di bambù rinvenuti nel sito archeologico di Mawangdui, si faceva già uso del succo ottenuto dalla fermentazione dei fagioli di soia, che conferiva un buon sapore agli alimenti ed era più economico sia del sale (che, come sappiamo, era merce rara) sia di prodotti simili ottenuti dalla carne o dal pesce, come ad esempio la salsa antenata dell’odierno ketchup.
Successivamente, nel periodo della dinastia dei Song meridionali (1127 – 1279), questo condimento così versatile venne chiamato col nome jiàngyóu, che possiede ancora oggi, e dai documenti si è verificata la sua applicazione in campo culinario per insaporire (o forse coprire il forte odore di) pesce, gamberi e granchi. Nel frattempo, il suo uso si era già esteso al Giappone, dove i monaci buddisti lo avevano introdotto e ne facevano uso per dare un sapore più deciso ai loro alimenti rigorosamente di origine vegetale.
L’ingresso della parola in inglese sembra essere avvenuto tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, con le forme più varie tra cui ‘saio’ (sic), ‘soia’, ‘soya’ e ‘soy’; in italiano, invece, dobbiamo attendere fino al 1895. Non è chiaro quando sia avvenuto il passaggio dal significato di ‘salsa’ a quello di ‘pianta’ o ‘fagiolo’ (un buon dizionario di inglese come il Merriam-Webster ancora oggi, alla voce ‘soy’, riporta anche l’accezione originaria), comunque è certo che la pianta mostri una grandissima varietà di applicazioni, venendo incontro alle più svariate esigenze alimentari, tanto che viene indicata da qualcuno come una delle principali fonti di nutrimento del futuro.