SignificatoNella filosofia dell’Africa sub-Sahariana, credenza in un legame di condivisione che unisce tutta l’umanità
Etimologia voce bantu, traducibile letteralmente con “umanità”, composta dalla radice -ntu umano e dal prefisso dei nomi astratti ubu-.
Questo termine non giunge alle nostre orecchie solo perché è stato mutuato come nome per un sistema operativo di successo; lo abbiamo sentito nei discorsi di Mandela, del vescovo Tutu, ed è uno dei concetti fondanti di quel movimento di rinascimento che vuole far fiorire il continente africano al di sopra delle difficoltà attuali.
Come ogni concetto nato in una cultura diversa e lontana dalla nostra, non è di facile traduzione: se letteralmente significa “umanità”, in pratica il significato è estremamente più articolato e complesso. Si può sintetizzare l’ubuntu come la credenza filosofica in un nesso che connetta tutta l’umanità: ciò che siamo è frutto della vita di un’infinità di altre persone; ciascuno è un ologramma della società intera. Secondo una celebre interpretazione - che ha preso vita come un aforisma a sé - ubuntu significa che io sono poiché noi siamo.
Non è possibile esaurire qui questa trattazione; ma ciò che davanti a questo suggestivo spaccato di una diversa cultura può emergere è questo: seppure formalmente “ubuntu” e “umanità” abbiano lo stesso significato, la galassia di sensi che hanno acquistato è enormemente vasta e divergente; e la stessa difficoltà che troviamo nel cercare di comprendere un intraducibile concetto dell’Africa sub-Sahariana esiste per lo straniero che voglia comprendere il nostro concetto di “umanità”. La nostra responsabilità sta nel tentare di approfondire i concetti che sono nostri - il nostro contributo e la nostra chiave per l’elevazione umana - per poter essere in grado, un giorno, di spiegare (anche a noi stessi) i fondamenti del nostro pensiero, delle nostre credenze, della nostra identità.
Questo termine non giunge alle nostre orecchie solo perché è stato mutuato come nome per un sistema operativo di successo; lo abbiamo sentito nei discorsi di Mandela, del vescovo Tutu, ed è uno dei concetti fondanti di quel movimento di rinascimento che vuole far fiorire il continente africano al di sopra delle difficoltà attuali.
Come ogni concetto nato in una cultura diversa e lontana dalla nostra, non è di facile traduzione: se letteralmente significa “umanità”, in pratica il significato è estremamente più articolato e complesso. Si può sintetizzare l’ubuntu come la credenza filosofica in un nesso che connetta tutta l’umanità: ciò che siamo è frutto della vita di un’infinità di altre persone; ciascuno è un ologramma della società intera. Secondo una celebre interpretazione - che ha preso vita come un aforisma a sé - ubuntu significa che io sono poiché noi siamo.
Non è possibile esaurire qui questa trattazione; ma ciò che davanti a questo suggestivo spaccato di una diversa cultura può emergere è questo: seppure formalmente “ubuntu” e “umanità” abbiano lo stesso significato, la galassia di sensi che hanno acquistato è enormemente vasta e divergente; e la stessa difficoltà che troviamo nel cercare di comprendere un intraducibile concetto dell’Africa sub-Sahariana esiste per lo straniero che voglia comprendere il nostro concetto di “umanità”. La nostra responsabilità sta nel tentare di approfondire i concetti che sono nostri - il nostro contributo e la nostra chiave per l’elevazione umana - per poter essere in grado, un giorno, di spiegare (anche a noi stessi) i fondamenti del nostro pensiero, delle nostre credenze, della nostra identità.