Asserire

as-se-rì-re (io as-se-rì-sco)

Significato Affermare con certezza

Etimologia dal latino: asserere, composto di ad rafforzativo e serere intrecciare.

Parola, coi suoi derivati, non comunissima ma che ha un significato più pregnante di tanti suoi sinonimi, che sgorga da un’immagine etimologica non semplice, da avvicinare intuitivamente.

L’asserzione è quell’affermazione, in sé non dimostrata, con cui si tesse una posizione, un’argomentazione, un’identità: il momento assertivo è il superamento delle dichiarazioni rabbiose, delle cerebrali e spesso impossibili catene dimostrative - momento di riflessione che si consolida nell’asserto.

Si può essere assertivi circa alti principi di umanità non negoziabili, che non si latrano, che non devono giustificazioni; davanti all’ingiustizia e alla sopraffazione, a maturazione dell’ira che gonfia il collo e arrochisce la voce si può statuire una ferma e decisa asserzione dei propri diritti, di ciò che si vuole e merita; facendo i conti con sé stessi si può giungere a scorgere gli asserti che insieme, formando i nostri intimi valori, formano la nostra identità - intreccio che è sempre più forte dei suoi singoli componenti così come un tessuto è sempre più resistente dei suoi singoli fili - non gruppo annodato e incoerente né dimostrazione che, come una catena, non è mai più forte del più debole dei suoi anelli.

L’asserzione genuina, propria, sincera, è serto sul capo di chi la pronunci - e pronunciandola si dichiara: io ci sono.

Sì, è vero, l’asserto, in logica, è una generica affermazione iniziale data per vera, ma è la prospettiva umana e quotidiana quella che veramente svela la cifra della parola (io credo).

Parola pubblicata il 09 Ottobre 2011