Debellare

de-bel-là-re (io de-bèl-lo)

Significato Vincere pienamente, annientare

Etimologia voce dotta recuperata dal latino debellare ‘terminare la guerra’.

Da quando nella lingua popolare il latino bellum è stato debellato dal germanico werra — da cui la nostra ‘guerra’ — le parole dotte che lo recuperano si sono intiepidite. Bellicosi bellicisti belligeranti, per quanto minacciosi, sono perfetti per discorsi di un certo tenore, e un po’ troppo pettinati per rappresentare in maniera esplicita la ferocia della guerra. Pensiamo giusto a che differenza di tono c’è fra il bellicista, così compassato, e il guerrafondaio, così sguaiato.
Questo si nota bene, nel debellare.

Il significato originario è garbatamente sorprendente. Quel prefisso de- indica un allontanamento, e il senso generale è di ‘far finire la guerra’. Anime belle, pensiamo che possa essere un significato di pace, ma è una pace alla romana: la fine della guerra è la vittoria completa, l’annientamento. E certo che ‘debellare’ ha un’aria molto distaccata e misurata, rispetto alla brutalità del concetto. Le parole dotte sono spesso così: riaccendono una vecchia parola, ma non le rendono la reputazione che aveva, l’impressione che faceva nel suo contesto originale.

Perciò il nostro debellare è un vincere di questo genere, totale, definitivo, che si presta a discorsi sì composti, ma che parlano di una violenza che annichila. Quasi solo in una dimensione figurata.
Infatti si può parlare di come un esercito abbia debellato una resistenza, di una squadra che ha debellato l’avversaria — ma così suona qualcosa di strano, di insolito, rispetto all’uso attuale. Forse proprio per la sua definitività, il debellare si avvicina a un ‘liberarsi’, liberarsi avendo ragione di qualcosa. Infatti più normalmente posso parlare di come il vaiolo sia stato debellato coi vaccini, di come aggiungendo abitudini positive abbia debellato un vizio, delle azioni politiche che hanno debellato l’analfabetismo in una certa regione, dello sporco ostinato che va debellato, delle letture o della compagnia che hanno debellato la noia di un pomeriggio interminabile.

Ha preso prospettiva. Vittorie lontane, per quanto siano trionfali e determinanti, restano protocollari, informazioni di una cronaca; il debellare considera il proprio modo di sconfiggere definitivamente qualcosa o qualcuno in una dimensione analoga. Non c’è più la cupa gazzarra della guerra, nel debellare, se non in lontana eco figurata, appena percettibile. La sua vittoria fa cessare un’influenza, libera da quell’influenza.
Le parole incandescenti sono belle e incisive, ma quelle tiepide si sanno fa sfruttare in maniera variegata.

Parola pubblicata il 16 Maggio 2025